LA CODA DEL DRAGO Non avevo altre mosse da fare. Ero in stallo! La scrivania che mi era stata assegnata era appena all’ingresso dell’ufficio Ragioneria, in piena vista dei clienti e dei fornitori che lo frequentavano. Completamente sgombra ed io del tutto inattivo. Allora cominciai a portarmi dei libri da casa, messi in bella mostra sul piano del tavolo e trascorrevo la mia giornata di lavoro leggendo e prendendo appunti. Mi interessava di storia e, in particolare, in quel periodo stavo approfondendo il Medio Evo nel periodo Carolingio. Ciò, per quanto assurdo, non creava stupore o disagio ai miei colleghi, i miei vecchi colleghi della prima assunzione, tutti intenti a farsi i fatti loro. La situazione era così plateale da essere addirittura ridicola. Ogni tanto si avvicinava il Ragioniere Capo con un mezzo sorriso, incapace di assumere un atteggiamento qualsiasi nei confronti di quella mia provocazione in quanto era sua decisione non darmi alcuna mansione da svolgere, pensando così di mortificarmi eseguendo le disposizioni del Sindaco. Andavo aumentando di giorno in giorno i libri che mi portavo in maniera da rendere del tutto evidente quella condizione assurda che creava più imbarazzo a lui specie di fronte ai “clienti” che bazzicavano la ragioneria; professionisti e fornitori che venivano a chiedere conto del loro credito o a sollecitare l’emissione di un mandato. La situazione diventava ogni giorno più evidente con l’aumento dei libri che portavo da casa e che formavano una pila sulla scrivania da cui attingevo per riscontrare una notizia o una data da mettere a confronto con il libro che stavo leggendo al momento. “Ma che? Ti porti i libri da casa?” vedendo troneggiare sulla mia scrivania la pila di libri che ogni giorno aumentavo. “Non mi danno nulla da fare e invece di stare senza far niente…” e simili battute a chi osava farmi quella o una domanda simile. Ero pentito e irato per la mia resa senza condizioni e per questa ragione salutai con gioia la notizia che la Giunta aveva reiterato il suo provvedimento sanzionatorio nei miei confronti in quanto avevo occasione di riscattarmi del cedimento avuto e che avevo ancora stupidamente reiterato con la mia ultima lettera. Ne ero già a conoscenza del deliberato di Giunta ma potei agire solo quando mi venne notificata il 6 maggio successivo per cui, a seguito della ufficialità della notizia, trovai occasione di scrivere una ulteriore lettera al Sindaco avendo, finalmente, l’opportunità di riesumare il ricordo di quell’incontro, della falsità delle promesse da lui fatte e dell’ipocrita cordialità che mi aveva manifestata allora. Provvide poi il Co.Re.Co. in data 27 maggio 1985 a bloccare quella seconda delibera ritenendola illegittima nel merito e rinviandola all’esame del Consiglio.
La musica del sito sanseveropuntoit 3 giugno 2022 indietro Prot.51 del 29/03/1985 Prot.52 del 10/05/1985
Capitolo QUARTO LA CODA DEL DRAGO
continua
DELIBERA DI GIUNTA del 29 marzo 1985
LETTERA al Sindaco del 10 maggio 1985