ATTACCO ALLE SPALLE Non starò a raccontare della mia meraviglia nel ricevere quella lettera di minaccia dal sindaco, della indignazione nei confronti di quell’essere svenduto al potere mentre io lo credevo amico. Lo scontro che il mio senso di dovere mi imponeva di portare avanti contro “Lilino” e le sue ingiustificabili prevaricazioni contro la mia persona, lo restituivano, ai miei occhi, come un palese nemico e avere nemici che ti fanno battaglia è pur sempre una occasione per misurarsi con un avversario, uno stimolo a farti reattivo e a misurare il valore delle cose che dici. Ama il tuo nemico perché è lui che ti occasione di verificare quanto vali e quanto sei convinto delle idee che credi di rappresentare mettendole in discussione e mettendoti in crisi; è lui che ti fronteggia e ti opprime risoluto dandoti l’opportunità di verificare chi sei e le tue convinzioni. Non ha importanza vincere. Importante è solo misurarti, metterti in gioco. Un amico, invece, ti darà ragione anche quando sbagli, cercherà di consolarti nella afflizione, acquieterà le tue crisi, ti esorterà a rinunciare, a rifiutare lo scontro. Meglio un nemico, quindi, che contrastandoti ti arricchisce proprio per la sua costante volontà di ferirti, piuttosto che un amico disposto a quietarti a darti ragione anche quando non ce l’hai, senza aggiungere o togliere nulla a quello che credi e a ciò che già sai. Di un nemico ti guardi e stai attento anche alle spalle. Meglio un nemico che ti affronta a viso aperto, piuttosto che un amico di cui ti fidi e da cui non sai guardarti. Dante li mette nella bocca di Dite questi fraudolenti lestofanti, nel più profondo dell’infermo! Eppure, in quel momento, non pensai a queste cose. Anzi non ricordo come reagissi allora se non con un palese malcontento verso una persona infame e, tuttavia, non conoscendo allora le altre missive del « Cainozzi» , come lo chiamai da allora, un semplice esempio della miseria umana non me la presi troppo con quel lestofante come può leggersi nella ingenua lettera con cui rispondevo alla diffida del sindaco Nel frattempo l’infamia caldeggiata dal Sindaco continuava, sempre a mia insaputa, senza alcuna vergogna da parte di quel traditore lestofante. Più importante era rispondere alla contestazione di addebito del 12 giugno conseguente al rifiuto di ottemperare alla predisposizione degli stipendi di quel mese. In questa facevo presente in via preliminare che, visto il richiamo alla si faceva alla lettera del 7 giugno con la quale ‘mi si significava’ la continuità nella elaborazione degli stipendi al personale, la stessa non poteva intendersi come “ordine di servizio” per cui il mio rifiuto non configurava alcun atto di insubordinazione specie dopo il colloquio avutosi nel frattempo con il Vice sindaco, presente lo stesso Cologno, nel corso del quale i due amministratori si erano impegnati a incaricare della bisogna altro personale, come avevo già specificato nella mia dell’11 giugno precedente. In aggiunta, facendo riferimento alla disponibilità da me mostrata nei tre mesi precedenti quando non erano ravvisabili soluzioni diverse, invitavo il Sindaco a recedere dal minacciato procedimento.
La musica del sito sanseveropuntoit 27 maggio 2022 Prot.20 del 27/06/1984 Prot.21 del 28/06/1984 Prot.19 del 27/06/1984
Capitolo QUARTO IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE
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RISPOSTA a diffida del 27 giugno 1984
LETTERA dell’infame del 27 giugno 1984
Lettera mia in data 28 giugno 1984