Capitolo Primo
UN SINDACO A DIGIUNO DI LEGALITA’
[sanseveropuntoit - 15 marzo 2017]
LETTERA APERTA a Francesco Miglio Sindaco del Comune di San Severo
Egregio Signor Sindaco Avevo già intenzione di scriverle per averla citata in due lettere trasmesse al suo ex assessore alla Legalità e attuale Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sentendo il dovere di farlo per darle cognizione del loro contenuto e delle ragioni della citazione. Ma lei è stato più veloce di quanto sia stato io a decidermi a farlo (“ perché pensando consumai l’impresa ”, come dice Dante) raggiungendomi attraverso la stampa, la televisione e internet con il suo grido che invocava “legalità” a San Severo, amplificato dalla decisione di sfidare un digiuno di quattro giorni per far da megafono alla sua invocazione! che la stampa e la televisione hanno dato spazio e ridondanza al suo appello assicurando la loro attenzione alla delinquenziale città che lei amministra. E non mi riferisco agli ultimi episodi riportati dalla stampa bensì all’endemica e storica vocazione delinquenziale della Amministrazione che lei regge, come sindaco pro-tempore e sacerdote officiante alla perpetuazione del sopruso, alla legalizzazione dell’arbitrio e alla santificazione della illegalità. Mi riferisco alla sua temerarietà a ergersi a favore delle illegalità, dei soprusi e delle prevaricazioni esercitate contro la mia persona dalla Amministrazione del Comune di San Severo, facendosene espressione con il contrasto al mio diritto risarcitorio per le angherie, i soprusi e i reati di cui sono stato vittima a far tempo dal 6 giugno 2001 e fino a tutto il 31 dicembre 2007 e posti colpevolmente in atto dall’Amministrazione di cui lei è il rappresentante pro-tempore. Eppure, signor sindaco, ero il miglior dipendente del Comune di San Severo, riconosciuto tale dall’invidia dei colleghi e da plurimi riconoscimenti e attestazioni a livello nazionale e locale, capace con le mie iniziative di far ridondare il nome della città di San Severo, che lei ha reso famosa con la delinquenza e la illegalità imperante, per motivi ben più nobili, encomiabili e rappresentativi tanto che sarebbe un’attività inutile elencarglieli. Ma il motivo per cui le scrivo è, innanzi tutto, il digiuno di cui ha dato notizia la stampa e dell’eco suscitata dal suo gesto. Sindaco digiuna contro l’illegalità! Clamoroso! Ora non so se quattro giorni di digiuno - se veramente sono stati quattro - le avranno fatto capire, signor sindaco, quanto costi e cosa comporti il digiuno, tanto da dover avere una motivazione ben forte per reggerne le conseguenze a livello sia fisico che mentale. Se, dunque, veramente lei ha digiunato per quattro giorni, sarà in grado di comprendere cosa significhi e cosa può comportare un digiuno di 48 giorni ( quarantotto giorni, signor sindaco !) e tanta più comprensione potrà avere nei miei confronti che a quel digiuno mi son sottoposto proprio per protestare contro l’illegalità di cui ero vittima per il comportamento arbitrario, delinquenziale e mafioso della Amministrazione del Comune di San Severo. Digiuno motivato dalla forte determinazione a denunciare il clima di illegalità che subivo, allora, da oltre tre anni e contro il quale avevo protestato fin inutilmente; un digiuno prolungatosi per quarantotto giorni sotto gli occhi indifferenti di amministratori, dirigenti, dei colleghi e della intera cittadinanza; un digiuno che non è valso a smuovere l’omertà della Magistratura e l’indolenza dei Carabinieri; un digiuno per rivendicare i miei diritti oltraggiati, per denunciare la persecuzione e il calpestamento delle mie prerogative di pubblico dipendente, di cittadino e di persona da parte di una amministrazione malavitosa capace di sovvertire insieme alle leggi lo stesso senso comune e le più elementari norme di civiltà. segue…
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