Capitolo Primo
UN SINDACO A DIGIUNO DI LEGALITA’
27 gennaio 2017
Rimasi in attesa, posso dirlo? Trepidante. Ogni giorno ho aperto la posta; poi sempre più di rado. Troppo impegnato nella scalata alla segreteria del partito, alla sedia ambita di deputato, alla carriera politica? Avevo cominciato a seguirlo in tutte le sue apparizioni in televisione, a condividere il pathos delle sue scelte, a pensare di potergli suggerire soluzioni, fargli da consigliere, a soffrire per le sue ambivalenze fino a mandargli un messaggio su Faceboock mentre annunciava che aveva parlato con Renzi e che questi gli aveva promesso… “Non fare il Cuperlo!”, gli avevo scritto. Mi ero convinto che appena si fosse liberato, mi avrebbe telefonato. In fin dei conti era fuori Bari, impegnato nella sua scalata e… della scala da scegliere. Ma l’attesa non fece che confermare la delusione. Troppo cocente da poterla digerire in silenzio, senza reagire! Lo sdegno era tale che andavo ripetendomi: “Quoque tu?” come se quello mi dovesse qualcosa. E poi, se usava faceboock in presa diretta, aveva anche l’uso della posta elettronica. Cadute, dunque, le giustificazioni che avevo ipotizzato a giustificazione di quel silenzio, e scaduto il tempo che gli avevo concesso, me ne indignai definitivamente e pensai che avrei dovuto trovare la chiave giusta per perforare quella corazza; dovevo metterlo all’angolo di fronte a se stesso, alla sua stessa proposta politica, alla missione che diceva d’essersi dato. Non   riuscii   a   fare   di   meglio   di   quanto   i   miei   sei   lettori potranno leggere nella pagina seguente.
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