LA LETTERA «CONTRO» GIANNI LANNES Per questo, quando, all’inizio del 2002, fui contattato dal free-lance Gianni Lannes che registrò in un video l’intervista fattami con l’obiettivo di farne un documentario da consegnare a Santoro, il conduttore televisivo, aggiungendo che non solo ne avrebbe fatto oggetto di articoli di stampa, ma avrebbe attivato alcuni suoi amici parlamentari perché ne facessero oggetto di apposite interpellanze. L’incontro servì a ridarmi fiducia e speranza e a rincuorarmi nella presunzione che ci fosse, infine, qualcuno capace e disposto a dare voce e ridondanza al mio supplizio per porvi fine. Ebbi modo di incontrare Lannes una seconda e, forse, una terza volta, dopo qualche tempo. Mi disse che il suo giornale “L’Unità” non aveva voluto pubblicare la storia e se ne era rifiutato anche un altro giornale di sinistra; delle interrogazioni neanche a parlarne e, tanto meno, di Santoro. Dopo di che non l’ho più visto Devo chiarire a questo punto che io NON SONO COMUNISTA! Sono stato un militante socialista (con il limite di essere anti-craxiano) e le ragioni della persecuzione subita non hanno avuto motivo nelle mie idee politiche bensì nella mia correttezza, indipendenza personale e autonomia di giudizio e per il fatto che non sono stato mai disposto a piegarmi alle vessazioni, ai soprusi e, in conclusione, a venire a patti e, tanto meno, a sottomettermi al “POTERE” tanto presente nella vita politica e tanto più invadente nella Pubblica Amministrazione Locale. Infatti la persecuzione nei miei confronti è continuata imperterrita e perseverante anche da parte dei “comunisti”, subentrati nel 2004 all’amministrazione di centro-destra la quale, nel suo rantolo finale, aveva tentato di rimediare alle proprie malefatte. Giunti al Potere, i “comunisti” hanno provvedendo, innanzi tutto e con palese illegalità, a cassare il provvedimento con il quale l’amministrazione uscente mi aveva restituito dignità e lavoro, avendo cura, poi, di perseverare nei medesimi comportamenti lesivi della mia persona e della mia professionalità perché dovevo essere “punito”, a loro detta, del fatto che con la mia encomiabile attività quale Responsabile dell’Ufficio Relazioni con il pubblico avevo dato lustro e risonanza ad una amministrazione di destra. E’ da aggiungere che, quando i “comunisti” erano all’opposizione, nessuno dei consiglieri ha mosso un dito o elevato una protesta in mio favore e, ancora, che mi è stato addirittura impedito di parlare in occasione di un dibattito durante una “festa” dell’Unità. Ciò serva a far chiarezza sulla connivenza e uguaglianza di fatto tra destra e sinistra che rimangono vuote nomenclature, se non solo aggettivi della parola “Potere” I n fin dei conti so di aver dovuto pagare lo scotto della mia integrità morale, della mia indipendenza politica... e del fatto che fossi un funzionario pubblico anomalo, in quanto efficiente, creativo, abnegante e «capace», a cui piaceva il lavoro, che svolgeva con passione e dedizione… ma, tuttavia, con indipendenza di giudizio e, certamente, non un ossequiante pecorone! Non starò a rintuzzare punto per punto le inesattezze, le interpretazioni e le falsificazioni contenute nel post di Lannes per cui, per riportare in una dimensione di verità la questione, vengo ad illustrare il fatto che, pur costretto a sorvolare su molti e gravi particolari, cercherò di esporre - per quanto mi sia doloroso il farlo e di sintetizzare al meglio confidando nella pazienza di chi vorrà leggermi; onere, in ogni caso, del tutto minimale rispetto al dolore che mi procura ancora oggi dover rammemorare lo strazio che ho vissuto, restandomi l’unico orgoglio di avervi saputo resistere fin’ora e di essere ancora vivo.
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Queste pagine sono una rielaborazione grafica di contenuti già pubblicati nel 2014
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