Accade in Italia: una storia che non si dimentica. Sei un dipendente comunale onesto che denuncia le illegalità amministrative e hai l’aggravante di essere un “falce e martello” nel sangue? Allora ti becchi un trattamento sanitario obbligatorio. Il sindaco neo fascista Giuliano Giuliani, era già assurto alle cronache per aver raso al suolo numerosi olmi siberiani, alberi rei di essere stati piantati 80 anni fa in viale Antonio Gramsci. Non è fantapolitica. E’ accaduto realmente a San Severo, in provincia di Foggia qualche tempo fa. La vittima è Giovannantonio Macchiarola, responsabile dell’Ufficio relazioni con il pubblico. Il primo cittadino non avendo ottemperato alla corresponsione degli assegni di maternità e per i nuclei familiari bisognosi (previsti dalla Finanziaria) aveva messo a tacere l’imbarazzante dipendente comunale. Il compagno Giovannantonio aveva scoperto l’illegalità informando la cittadinanza. Il gesto gli è costato un tso, addirittura sul posto di lavoro, eseguito con violenza inaudita dai vigili urbani capitanati dal comandante Ciro Sacco e dal dottor Nicola Croella. Il malcapitato strattonato e insultato, senza neppure beneficiare della visita di un medico, è finito recluso nel Centro di salute mentale di San Marco in Lamis. Da qui è stato dimesso dopo una settimana con tante scuse. A distanza di anni, il camerata Giuliani, il segretario comunale, il comandante dei vigili urbani e due medici dovranno risarcire in sede civile per sequestro di persona, il malcapitato Macchiarola. Ingiustizia ordinaria – Assolti nel processo penale ma comunque condannati a risarcire i danni. E’ il singolare caso giudiziario che vede come vittima un dipendente del Comune di San Severo, Giovannantonio Macchiarola, che aveva denunciato per sequestro di persona e falso ideologico l’ex sindaco Giuliano Giuliani; l’ex segretario comunale Giorgio Balice, l’ex dirigente comunale Silvana Belmonte e i medici Nicola Croella e Fernando Carafa. Il 6 giugno 001, l’allora sindaco Giuliani aveva attuato nei confronti di Macchiarola, grazie all’aiuto del segretario comunale e di altri complici, un tso per metterlo a tacere. Il gup di Foggia aveva assolto i 5 imputati. La sentenza era diventata definitiva perché la Procura della Repubblica di Foggia la Procura generale l’avevano impugnata. Il legale aveva presentato ricorso in Cassazione a soli fini civilistici per chiedere il risarcimento del danno. La Suprema corte ha convertito il ricorso in appello e ha trasmesso gli atti alla Corte d’Appello di Bari che ha accolto il ricorso dell’avvocato Maria Grazia Lattanzio che cura gli interessi di Macchiarola. I giudici di secondo grado prendendo atto che la sentenza penale è irrevocabile, hanno comunque riconosciuto il diritto al risarcimento del dipendente ricoverato forzatamente con un tso. Sarà una causa civile a quantificare l’entità del risarcimento. Violenza istituzionale – Una feroce intimidazione del sindaco Giuliano Giuliani (Alleanza nazionale),noto per aver consentito la realizzazione nell’agro dauno di una centrale turbogas fuorilegge. Inquietanti le circostanze dell’aggressione. Il “pericoloso sovversivo” mentre era regolarmente in servizio, è stato attirato con un pretesto dalla collega Elena Colio nell’ufficio di segreteria. «Appena varcata la soglia della stanza si legge nell’atto di denuncia si è sentito spinto al suo interno e mentre la porta veniva di colpo chiusa alle sue spalle veniva circondato da persone, vigili, guardie, infermieri che gli mettevano le mani addosso per bloccarlo, mentre un infermiere corpulento di cui non si conosce il nome, entrava nella stanza con una siringa pronta e gocciolante tra le mani». Il malcapitato strattonato e insultato, senza neppure beneficiare della visita di un medico, finiva recluso nel Centro di salute mentale di San Marco in Lamis. E da qui dimesso l’11 giugno con tante scuse, apprendeva da colleghi che “per ordine del segretario generale Mario Balice e del dirigente Silvana Belmonte si era provveduto al prelevamento di due dei tre computer del suo ufficio”. Risultato? «Sono state cancellate le banche dati costituite nel corso di un decennio di lavoro sottolinea l’inerme Giovannantonio -. Tutti gli abusi e le illegalità denunciate sono stati posti in atto quale ritorsione nei miei confronti a seguito di comunicazioni di servizio. Ne sono responsabili il sindaco Giuliani e l’assessore Raffaele Bentivoglio». E aggiunge testimonianze alla mano: «Ho appreso dai dirigenti di settore Luigi Cologno, Pietro Zaccaro e Carolina Tricarico che in una conferenza di dirigenti tenuta nei primi giorni del mese di maggio 2001, nel discutere delle comunicazioni da me avanzate aventi per oggetto i disservizi dovuti all’incuria e alla superficialità dei dirigenti preposti, è stato avanzato il suggerimento di risolvere il problema sottoponendomi a un Tso». Follia amministrativa – In Italia i funzionari della norma propongono e convalidano accertamenti anche sui minori non benestanti. I dati ufficiali del ministero della Sanità parlano chiaro: «Le caratteristiche socio-demografiche prevalgono sui motivi predisponenti e individuano i Tso nella popolazione». Sono le classi sociali prive o con scarsi conti in banca a farne le spese. I Tso si subiscono. Per effettuare un trattamento sanitario obbligatorio necessita la proposta motivata di un dottore. Il sanitario con l’intervento coatto non incorre nel reato di violenza privata e sequestro di persona. Ma dov’è l’urgenza psichiatrica quando il Tso si materializza in accordo con le famiglie? «Un grave disturbo dell’ideazione o delle percezioni che s’accompagnano ad immotivato rifiuto del trattamento» sono sufficienti. E’ quanto recita la legge. Il medico non ha l’obbligo di formulare una chiara diagnosi. Basta la «presenza di un quadro sindromico: agitazione psicomotoria, stato delirante, stato confusionale». Un Tso dura in media 7 giorni, ma potrebbe prolungarsi oltre. Il ricovero «deve avvenire nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, ubicati negli ospedali generali dotati di un numero di posti letto non superiori a 15». I “malati di mente” vengono segregati in reparti psichiatrici angusti dove non possono comunicare con i familiari; sovente finiscono legati ai letti. Il Tso è una via senza ritorno. In caso d’errore diagnostico, la normativa prevede la possibilità di conferma o di rifiuto della proposta sanitaria da parte di un secondo medico in veste di pubblico ufficiale. Non capita quasi mai. Dal momento dell’ospedalizzazione si avvisa l’ufficiale di Stato Civile. Segue, entro 48 ore, un’ordinanza del sindaco che assume carattere di tutela; poi un provvedimento di convalida del giudice tutelare. Allo scadere della settimana solo se il paziente viene dimesso mantiene i suoi diritti e non rischia di essere posto in regime di amministrazione controllata. Gianni Lannes Postata su h t t p s : / / m a r c o i a n e . w o r d p r e s s . c o m / 2 0 1 2 / 0 8 / 2 4 / s e i - c o m u n i s t a - a l l o r a - i n - manicomio/
SEI COMUNISTA? ALLORA IN MANICOMIO di Gianni Lannes
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