CHI E’ GIANNI LANNES Ho conosciuto Gianni Lannes nel mese di gennaio del 2002. Mi aveva telefonato mentre ero lontano da San Severo presentandosi come un giornalista free-lance che scriveva per l’Unità e che il mio numero lo aveva avuto da Tonino D’Angelo. Gli risposi che lo avrei raggiunto nei prossimi giorni e nel lungo viaggio di ritorno mi cullai in immagini di vittoriosa esultanza immaginando le interviste, le comparsate in televisione che sarebbero seguite alla pubblicazione sulla stampa nazionale della mia denuncia e al vituperio che ne sarebbe ricaduto sulla Amministrazione Pubblica per le illegalità di cui si era macchiata nei confronti di un proprio dipendente emerito, individuato quale «eccellenza» a livello della pubblica amministrazione nazionale, e distintosi per iniziative che avevano dato lustro e visibilità al Comune di San Severo. Lo contattai appena arrivato. Lui si presentò con Patric Sablot, un cineoperatore che conoscevo di vista e con il quale si sviluppò in seguito quella che allora avrei chiamato un’amicizia, perché intendeva farmi una intervista televisiva da inserire in un servizio giornalistico di cui prometteva l’andata in onda nel programma di Santoro. Mi attenni al suo ‘programma’ che lui portò avanti nei giorni successivi con ulteriori interviste alle persone che avevo denunciato e, dopo la promessa del grande scalpore, interrogazioni parlamentari, contatti televisivi, scomparve lasciandomi nell’ansia di svolgimenti futuri. Si ripresentò mesi dopo per comunicarmi che l’Unità non aveva voluto pubblicare il suo articolo, che stava tentando di piazzarlo su un altro giornale di sinistra, che la cassetta era già in mano di Santoro e in quella occasione, sempre con Patric Sablot presente, volle fare altre riprese e insistette a voler andare insieme, con mio estremo imbarazzo, alla caserma dei Carabinieri… e quell’inutile e capotica richiesta, risultata del tutto senza scopo apparente e senza esito, avrebbe dovuto farmi cogliere il lato puramente gigionesco del desso, alla pari di uno studentello al primo anno di medicina che si aggira tra i corridoi di un ospedale in camice bianco e stetoscopio ben in vista. Dopo di allora, più nulla! Almeno fino a quel giorno.
SEI COMUNISTA? ALLORA IN MANICOMIO Lo spasmo fu tale che, alla fine, sbottai in una lettera lunghissima, quanto inutile come al solito, con la quale, partendo dal fatto, esponevo la verità di quanto mi era in effetti accaduto a smentita di quell’impostore. Per darne conto ai miei sette lettori, mi accingo, nel completare questo commento, a ripescare, dopo anni, questi documenti, a doverli rileggere con la vergogna di chi deve ammettere l’inutilità delle proprie illusioni e, poi, a doverli impaginare meditando sul modo migliore per rappresentarveli. Abbiate un menomo conto del mio impegno a farvene edotti! Incredibile, comunque, che tra tanti giornali e giornalisti che in quindici anni ho cercato di interessare senza alcun esito alla mia vicenda, l’UNICO con il quale mi sia incontrato - e che non ho mai cercato ma mi si è proposto - si sia rivelato essere un fanfarone da quattro soldi e un impostore come, appunto, ha mostrato di essere questo Gianni Lannes! Ma, rimandando ulteriori commenti al termine della esposizione dei fatti e ad eventuali note che potranno aggiungersi alla stessa esposizione, propongo, nei riquadri laterali la documentazione che testimonia il mio giudizio su questo «miles gloriosus», fantoccio ed emblema della professione che millanta, esempio della miseria raggiunta dal «gene italico» in salsa sanseverese che si aggiunge, dopo i personaggi principali, alle comparse presenti nel mio racconto.
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Queste pagine sono una rielaborazione grafica di contenuti già pubblicati nel 2014
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