Lufficiochenoncè
L’ARMA SI MUOVE?
Ho
già
spiegato
di
aver
auto
accesso
al
fascicolo
degli
atti
della
Procura
della
Repubblica
solo
dopo
la
iscrizione
nel
registro
degli
indagati
delle
persone
ritenute
colpevoli
del
sequestro
di
persona
attuato
contro
la
mia
persona,
avvenuta
nel
2004
a
seguito
dell’intervento
del
Presidente
della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Quando,
allora,
lessi
la
verbalizzazione
delle
dichiarazioni
rese
da
Maria
Florio
sul
mio
conto,
me
ne
adontai
e
confesso
che
avendola
riletta
per
inserirla nel mio racconto, ancora oggi ho avuto la medesima reazione.
Una nota molto personale.
Il
mio
rapporto
con
Maria
Florio
non
era
limitato
solo
alla
comunanza
di
ufficio
in
quanto
si
estendeva
anche
oltre
l’orario
di
lavoro
e
poteva
ben
configurarsi
come
una
buona
amicizia
confermata
dalla
sensibilità
che,
sapendomi
solo,
mi
dimostrava
invitandomi
alle
cene
o
in
quelle
occasioni
festive quando più si risente la mancanza di compagnia.
La
nostra
frequenza
fu,
direi,
abituale
fino
al
2009
e,
per
la
sua
sensibilità
e
la
considerazione
in
cui
la
tenevo,
a
lei
confidavo
le
mie
cose
più
personali
e
intime,
quali
la
separazione
con
mia
moglie,
anche
quando,
dopo
essermi
arreso
alla
scelta
definitiva
di
una
vita
errabonda,
mia
unica
amica
rimasta,
mi
telefonava
per
informarsi
del
mio
stato
o
di
come
mi
vivessi.
Poi,
man
mano,
il
rapporto
si
dissolse
come
ogni
cosa
si
dissolve
in
questo
mondo
e
lo
attribuii
al
fatto
di
non
essere
più
rintracciabile
a
seguito
del
cambio
del
numero
di
cellulare
ma
non
per
questo
l’ho
dimenticata
o
l’ho esclusa dai miei pensieri, mia ultima amica.
Eppure,
in
tutti
quegli
anni
in
cui
avemmo
rapporti,
non
ebbi
mai
occasione
di
chiederle
conto
delle
sue
affermazioni
sul
comportamento
che
avrei
tenuto
nel
mio
ufficio
e
nel
contatto
con
quelli
che
io
chiamavo
“i
miei clenti”.
Per
questo
motivo,
ancora
oggi,
nel
rileggere
il
verbale
delle
dichiarazioni
rese
ai
carabinieri
mi
adonta
il
suo
insistere
sul
fatto
che
io
alzassi
la
voce
con
i
cittadini
che
mi
si
rivolgevano
e
se
non
l’ho
mai
rimproverata
di
queste
sue
affermazioni
ciò
lo
attribuisco
al
senso
di
colpa
che
dentro
di
me
sentivo
per
il
comportamento
inqualificabile
che
ebbi
con
lei
e
con
Lucia
Cataleta
il
giorno
in
cui
l’amministrazione
comunale
festeggiava
pubblicamente l’uscita del Cd-Rom San Severo 2000.
Ma,
poiché
di
queste
sue
affermazioni,
quando
negli
anni,
mi
sono
tornate
in
mente,
me
ne
resta
il
cruccio,
ho
cercato
un
qualche
ricordo,
a
mia
colpa,
che
potesse
giustificarle
o
darne
conferma.
Per
esempio
quel
giorno,
lei
presente,
in
cui
mi
inalberai
con
Elena
Colio
in
risposta
alla
sua
velenosa
affermazione
che
era
“dispiaciuta
di
sentire
da
altri
colleghi
che
io
non
lavoravo
e
ch’ero
un
lavativo!”.
Certo
che
persi
le
staffe!,
come
quel
giorno
in
cui
era
venuto
quell’assessore
di
San
Marco
o
di
dove
fosse,
a
pretendere
che
gli
fornissi
seduta
stante
il
modello
per
il
“prestito
d’onore”
minacciandomi, al mio rifiuto di farmi suo servo, di farmi perdere il posto!
E,
se
pure
è
accaduto
qualcosa
di
cui
non
ho
memoria,
mi
sembra
ancora
oggi
eccessivo
il
suo
farsene
testimone
e
che
un
giudice
venduto
cercò
di
utilizzare a mio discredito.
Tra
l’altro,
ricordo
che
proprio
Maria
era
quella
che
addirittura
mi
faceva
rimprovero
per
la
pazienza
che
avevo
con
ogni
cittadino
e
per
il
fatto
che
davo loro troppa corda.
Fine nota personale per inciso.
segue…
Capitolo DODICESIMO
L’UFFICIO CHE NON C’E’