Lufficiochenoncè
UN DEBITO COMMENTO
A
migliore
intelligenza
della
legge
833/78
che
ha
inglobato
la
legge
180,
occorre
preliminarmente
notare
come
l’artico
33
preveda
innanzi
tutto
(comma
1)
che
i
trattamenti
sanitari
sono,
“di
norma”,
volontari
e
che
il
Nicolino
Croella,
presente
nel
corso
dell’intervento
disposto
dall’Ordinanza,
pur
avendo
ascoltato
la
ripetuta
richiesta
del
“paziente”
di
voler
essere
sottoposto
a
trattamento
volontario,
non
ne
ha
tenuto
conto
né
è
intervenuto
quando
il
Sacco
ha
risposto
che
non
era
di
sua
competenza.
Lo
stesso
dicasi
del
medico
Stoduto
che,
alla
stessa
richiesta
fattagli
all’ingresso,
prima
ha
detto
che
tale
cambiamento
era
di
competenza
del
primario
del
reparto
e,
successivamente,
ha
tergiversato
non
tenendone
conto.
Lo
stesso
articolo,
al
comma
3,
dispone
che
i
trattamenti
sanitari
sono
disposti
su
“proposta
motivata
del
medico”
(comma
3)
e
che
il
provvedimento
del
sindaco
“deve
essere
preceduto
dalla
convalida
della
proposta
di
cui
al
terzo
comma
dell'articolo
33
da
parte
di
un
medico
della
unità
sanitaria”
(art.34,
comma
5),
distinguendo,
dunque,
la
proposta
motivata
e
la
successiva
convalida.
Una
norma
del
tutto
ignorata
dai
due
spergiuri
di
Ippocrate,
non
avendo
il
Carafa
motivato
la
sua
proposta,
anzi
non
avendola
mai
fatta,
visto
che
ha
solo
firmato,
su
uno
stampato
di
convalida,
la
diagnosi
di
conferma
che
doveva
seguire
a
una
proposta
motivata, mai da nessuno avanzata.
Sempre
nello
stesso
articolo
33,
al
comma
6,
si
afferma
che
“l’infermo
ha
diritto
di
comunicare
con
chi
intende
opportuno”
mentre
mi
è
stata
negata
la
possibilità,
prima
di
“comunicare”
con
la
collega
Maria
Florio
e
poi
con
un
avvocato
“in
quanto”,
a
dire
del
Sacco,
“non
ero
in
arresto”
e
quando,
poi,
si
era
convinto
a
farmi
fare
una
telefonata,
la
cosa
fu
impedita
dalla
interruzione
del
Croella
e
dall’intervento
brutale
dei
due
vigili.
La
stessa
cosa
può
dirsi
dello
Stoduto
che,
la
sera
del
ricovero
coatto,
impedì
a
mia
figlia
e
a
mio
genero
di
vedermi
dicendo
loro
“adesso
si
è
calmato
ed
è
meglio
lasciarlo
tranquillo”
perché
quella
visita
avrebbe
potuto
turbarmi
e
farmi tornare delirante. Il maledetto!
segue…
Capitolo UNDICESIMO
L’UFFICIO CHE NON C’E’