Lufficiochenoncera L’ULTIMO ATTACCO A COLOGNO continua E proprio quello sarebbero stato uno dei punti di forza della mia risposta a Caposiena e al suo gregge di servili esecutori; l’indifferenza, la noncuranza e la irresponsabilità con la quale la Dirigenza comunale, solo per fare un esempio di cui ero testimone, aveva accolto le mie sollecitazioni a farsi carico del problema degli assegni da me inutilmente rappresentato e alla qual cosa aveva dovuto far fronte, con un proprio ordine di servizio, direttamente il Direttore Generale. Sul resto, poi, non era difficile replicare vista la sostanziale assenza di motivazioni contenute in quella sottoscrizione e mi misi all’opera in quanto la Giunta era già stata convocata, con all’ordine del giorno la sua revoca, per il lunedì successivo, 30 aprile e, calcolando la domenica di mezzo, c’era a disposizione solo un giorno per rispondere. Nel primissimo pomeriggio del 26, Cologno venne a dirmi che era meglio per lui non farsi vedere nell’Ufficio Relazioni con il pubblico, per cui suggerì di vederci a casa sua e che sarebbe venuto a prendermi più tardi. Lo rincuorai, comunque, sull’esito della faccenda e che non vedevo alcuna difficoltà ora che avevo terminato di scrivere la risposta. Così, quella sera, mi ritrovai a casa sua a circostanziare la situazione e a discutere con lui sulla lettera già pronta per la firma, mentre la moglie faceva la spola tra la sala dove eravamo a discorrere e la cucina. Cologno era, tuttavia, indeciso e, direi, ambivalente. Da una parte sembrava convinto delle buone ragioni da me condensate in quella replica ma, nello stesso tempo, sembrava frastornato dal dover sottoporsi a quella nuova sfida tanto che a un certo punto gli dissi: “Dovete decidere voi che cosa volete fare da grande!”, suscitando uno sbuffo di sorriso alla moglie e fu lei, infine, a decidere la questione e a risolvere la sua titubanza, scegliendo di lasciar perdere e di non rispondere. Non condividevo quella resa per le sue ricadute ma non spettava a me fare quella scelta per cui proposi che almeno firmasse una lettera di dimissioni in modo da evitare la delibera. “Cercherò di verificare se sia possibile togliere quell’accapo dall’Ordine del giorno; altrimenti presenterò le dimissioni così che, se pure fanno la delibera, questa non avrà alcun valore!” “E come fai?” “Ci penso io”, gli risposi. “La presento all’ultimo momento, prima della Giunta!” La mattina del 30 aprile andai a parlare innanzi tutto con Bentivoglio per cercare di convincerlo a prendere posizione per far togliere la revoca dall’ordine del giorno della Giunta. Mi dette, per risposta, la più ampia dimostrazione della sua inettitudine e insignificanza in quel suo ruolo. “Devi parlare con Caposiena. È lui che decide!” Colsi solo l’occasione di ricordagli il manifesto che doveva fare per l’Assegno di Maternità e per il nucleo familiare. “Sì, gliel’ho detto a Vaccarella e lo sta approntando!” Un mese per scrivere un manifesto e ancora non ci riusciva, il Dirigente laureato! continua…
sanseveropuntoit, 10 luglio 2023 La musica del sito
Capitolo DECIMO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte quINTA
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