Lufficiochenoncera UNA FACCENDA IN SOSPESO Rimaneva in sospensione il problema dell’Assegno di Maternità e per il Nucleo Familiare. La mia comunicazione del 26 luglio dell’anno precedente era rimasta senza alcun riscontro. In questa nota, inviata al Direttore Generale e ai Dirigenti competenti, nel comunicare la fine del progetto di produttività in cui era stato coinvolto l’ormai sciolto gruppo di lavoro, rappresentavo la indisponibilità futura per l’assolvimento dei compiti inerenti all’erogazione dell’assegno in questione, per cui restavo in attesa di conoscere a quale ufficio dovessi consegnare le domande che, solo per non creare disagio agli utenti, avevo accolte nel frattempo. Con la medesima noncuranza e indifferenza era stata recepita la mia comunicazione del 29 agosto 2000 nella quale riproponevo la questione, rimettendola nella competenza e nella responsabilità dirigenziale. All’inizio del 2001 ne avevo parlato con Cologno e questi mi fece presente che, essendo ormai disciolto il gruppo di lavoro, quello non era più un compito di cui doveva interessarsi l’Urp e, pertanto, mi aveva consigliato di inviare tutte le pratiche in essere agli Uffici “di sopra”. Gli obiettai che non mi sentivo di assumermi la responsabilità di una simile conclusione perché avrebbe comportato un sicuro pregiudizio ai cittadini interessati. Fatto sta che, nel richiamare le due precedenti comunicazioni, il 12 gennaio del 2001, scrissi una terza lettera inviata, ancora una volta, al Direttore Generale e al Dirigente del 1° Settore. In questa, mi facevo comunque carico della liquidazione delle domande presentate alla data del 31 dicembre 2000 rimanendo in attesa di conoscere a quale ufficio dovessi consegnare quelle presentate oltre quella data. Successivamente, non ricevendo riscontro neppure a questa mia, mi rivolsi ancora a Cologno per sollecitarlo a darvi una risposta o a fare pressione sul dirigente del primo o del terzo settore perché si assumessero le responsabilità in ordine al problema posto. “E tu, indici una conferenza dei dirigenti!” mi rispose. “Io? E come posso fare? Mica sono un dirigente da poter assumere una simile iniziativa”. “E perché no?!” mi rispose. Senza procedere ad alcuna convocazione formale, riuscii infine a mettere insieme quelli che ritenevo tra i più diretti responsabili a cui far riferimento per porre la questione e, senza poterne indicare la data, il 10 di Aprile del 2001 ci fu finalmente l’incontro con Raffaele Bentivoglio, assessore ai Servizi Sociali, la Dirigente del Settore, Silvana Belmonte e Alessandro Vaccarella, preposto ai Servizi Sociali. Tutti e tre furono del parere che certamente quello era un compito che non spettava all’Ufficio Relazioni con il pubblico e che, invece, doveva essere attribuito, per lo specifico riguardo all’area di intervento, totalmente ai Servizi Sociali. Di ciò era particolarmente convinto l’assessore Bentivoglio che, addirittura, ne rivendicava l’attribuzione, venendo in ciò sostenuto con altrettanta convinzione dalla Silvana Belmonte che si chiedeva come mai, in passato, ne fosse stato interessato l’Urp al quale spettavano ben altri compiti, mentre Vaccarella si era limitato, per sua naturale insipienza, a un aderente e assertivo silenzio. continua…
sanseveropuntoit, 10 luglio 2023 La musica del sito 12 gennaio 2001  LETTERA COMUNICAZIONE ASSEGNI
Capitolo DECIMO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte quINTA
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