Lufficiochenoncera
LA FINE DEL CD-ROM E L'EPITAFFIO DEL SINDACO
…
continua
Feci
buon
viso
alla
cosa
mentre
alcuni
colleghi
mi
si
facevano
incontro
e
scherzai
andando
un
po’
al
di
là
della
forma
con
Silvana
Belmonte
ai
cui
complimenti
reagii
con
un
abbraccio
alquanto
audace
e
in
un
qualche
modo
fuori luogo.
Era
presente
anche
Michele
Giustizia
che
aveva
collaborato
con
me
in
più
occasioni,
il
quale
fece
le
riprese
di
quella
serata
senza
che
mai,
neppure
successivamente,
ne
avessi
potuto
avere
copia.
Erano
presenti
anche
il
mio
amico
di
allora,
Peppino
Donnanno,
e
Carlo
Iannarelli,
il
figlio
dell’avvocato,
che
si
trattennero,
poi,
a
tenermi
compagnia
e
con
i
quali
andammo in pizzeria al termine dell’evento.
Ascoltai
con
disattenzione
il
discorso
di
presentazione
del
sindaco
Giuliani
e,
tra
le
cose
che
disse,
mi
compiacqui
solo
dell’elogiò
che
fece
all’Ufficio
Relazioni con il pubblico tanto da ricordarne ancora le parole.
“Voi
passate
a
notte
tarda
in
piazza
e
vedrete
l’ufficio
ancora
aperto
e
con
la
luce
accesa
e,
se
vi
chiedete
cosa
vi
faccia
in
ufficio
un
impiegato
a
quell’ora, eccola, è questa la risposta!”
Non
furono
esattamente
queste
le
parole,
come
ora
le
riporto,
ma
mi
basta
renderne
il
senso
precisando
che,
da
come
erano
intessute
nel
suo
discorso,
avevano
una
efficacia
più
incisiva
di
quanto
possa
apparire
da
come
le
ho
riportate adesso!
Ascoltai
con
la
stessa
disattenzione
l’elogio
di
Cologno
e
mi
parve
ben
strano
che
fosse
informato
dell’incidente
avuto
durante
uno
dei
miei
spostamenti
a
Lucera
e
che
mi
aveva
costretto
all’acquisto
di
una
nuova
auto.
Poi
toccò
a
me
e
ripetei
stancamente
l’elogio
della
Amministrazione
a
guida
Giuliani
per
avermi
concesso
di
fare
quel
lavoro
e
del
Direttore
Generale
che
mi
aveva
agevolato
nella
gestione
del
mio
ufficio
e
nel
portare
a
termine
quell’opera.
Non
avevo
altro
da
dire
sennonché,
proprio
in
quel
momento,
feci
la
straordinaria
scoperta
che
quel
giorno,
il
15
febbraio,
era
lo
stesso
in
cui,
cinque
anni
prima,
era
stata
approvata
la
delibera
con
la
quale
si
istituiva
l’Ufficio
di
cui
ero
tanto
orgoglioso
e
con
questo
ricordo,
e
trattenendo
la
mia
commozione
per
la
scoperta
di
quella
coincidenza
fatidica,
non
ebbi
modo
migliore
per
concludere
il
mio
improvvisato
intervento.
Solo
successivamente
scoprii
che
avevo
sbagliato
la
data,
anche
se
solo
di
un giorno.
Seguirono
le
premiazioni
e
Felice
Miranda,
che
aveva
assunto
per
l’occasione
il
ruolo
di
cerimoniere,
chiamò
come
prima
persona,
e
non
senza
malizia,
Carolina
Tricarico
a
ricevere
sul
palco
la
riconoscente
attestazione di merito elargita dall’Amministrazione.
continua…
Capitolo DECIMO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte quINTA