Lufficiochenoncera
COLOGNO IN TROUBLE
…segue
Stavo
ancora
a
scriverlo,
quando
nel
pomeriggio
venne
Cologno
a trovarmi in ufficio mentre la moglie lo attendeva fuori.
“Che
hai
fatto?”
mi
chiese
e,
lieto
che
avesse
cambiato
opinione,
gli feci la lettura di quanto avevo approntato fino ad allora.
“Ma
devo
ancora
perfezionarlo.
Fatemelo
aggiustare
e
così
al
Sindaco glieli mettiamo veramente due piedi in una scarpa!”
Non
era
facile,
comunque,
organizzare
quel
testo
e
Cologno,
forse
imbaldanzito
da
ciò
che
gli
avevo
letto,
tornò
a
sollecitarmene
la
stesura anche la mattina dopo in ufficio e, ancora, nel pomeriggio.
Dovetti
lavorarci
più
a
lungo
del
solito
in
quanto
il
problema
consisteva
nel
trovare
il
tono
giusto
per
mettere
alla
berlina,
pur
senza
strafare
e
senza
apparire
sulla
difensiva,
i
sottoscrittori
della
richiesta
di
revoca
e
porli
sotto
accusa
in
maniera
sottile
ma
tanto
da
poter
ingiungere
al
Sindaco
di
assumere
una
“chiara
posizione”
contro costoro.
Alla
fine,
dopo
diverse
rielaborazioni,
quando
ritenni
di
essere
riuscito
a
tenere
quell’opportuno
e
necessario
equilibrio
che
potesse
farlo
uscire
a
testa
alta
anche
in
caso
di
revoca
della
nomina,
con
responsabilità,
in
tal
caso,
da
imputarsi
solo
al
Capo
dell’Amministrazione,
gli
consegnai
il
comunicato
da
firmare
nella
sua
stesura
definitiva
ma
che
posso
riportare
solo
nella
bozza
rimasta nel computer di casa con tutti i suoi errori.
Capitolo OTTAVO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte terza