Lufficiochenoncera COLOGNO IN TROUBLE …segue Stavo ancora a scriverlo, quando nel pomeriggio venne Cologno a trovarmi in ufficio mentre la moglie lo attendeva fuori. “Che hai fatto?” mi chiese e, lieto che avesse cambiato opinione, gli feci la lettura di quanto avevo approntato fino ad allora. “Ma devo ancora perfezionarlo. Fatemelo aggiustare e così al Sindaco glieli mettiamo veramente due piedi in una scarpa!” Non era facile, comunque, organizzare quel testo e Cologno, forse imbaldanzito da ciò che gli avevo letto, tornò a sollecitarmene la stesura anche la mattina dopo in ufficio e, ancora, nel pomeriggio. Dovetti lavorarci più a lungo del solito in quanto il problema consisteva nel trovare il tono giusto per mettere alla berlina, pur senza strafare e senza apparire sulla difensiva, i sottoscrittori della richiesta di revoca e porli sotto accusa in maniera sottile ma tanto da poter ingiungere al Sindaco di assumere una “chiara posizione” contro costoro. Alla fine, dopo diverse rielaborazioni, quando ritenni di essere riuscito a tenere quell’opportuno e necessario equilibrio che potesse farlo uscire a testa alta anche in caso di revoca della nomina, con responsabilità, in tal caso, da imputarsi solo al Capo dell’Amministrazione, gli consegnai il comunicato da firmare nella sua stesura definitiva ma che posso riportare solo nella bozza rimasta nel computer di casa con tutti i suoi errori.
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Capitolo OTTAVO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte terza
18 maggio 2000 COMUNICATO STAMPA DEL DIRETTORE GENERALE indietro