Lufficiochenoncera
COLOGNO IN TROUBLE
I
tanti
impegni
a
cui,
ora,
si
aggiungeva
la
frequenza
del
corso,
mi
avevano
fatto
perdere
di
vista
il
Direttore
Generale
per
cui
rimasi
meravigliato
di
trovarlo
un
giorno
seduto
nel
suo
ufficio
in
Ragioneria.
“E
che
ci
fate
voi
qui?”
gli
chiesi
sorpreso
e
lui
mi
spiegò
che
c’erano
problemi
con
il
sindaco
dopo
che
degli
amministratori
avevano
redatto
un
documento
col
quale
si
chiedeva
la
sua
destituzione dalla funzione attribuitagli.
Chiesi
ragguagli
ma
lui
mi
rispose
che
non
aveva
alcun
interesse
a
reagire
a
quella
situazione
e
che,
quindi,
era
tornato
definitivamente nel suo ruolo di Direttore di Ragioneria.
“Datemi
il
tempo
di
accertare
meglio
questa
cosa…”
e
andai
sul
Comune
per
parlarne
con
la
signora
Tricarico
e
Silvana
Belmonte,
trovandole
del
tutto
edotte
ma
abbastanza
indifferenti
riguardo
alla
questione.
Di
fatto
era
accaduto
che
l’assessore
Caposiena,
nell’accedere
all’Ufficio
di
Segreteria
con
alcuni
altri
assessori
e
trovando
la
porta
chiusa,
aveva
rumoreggiato
per
quella
novità
e
infine
redatto
quel
documento
dopo
che
Michele
Aquilano,
adibito
a
far
da
Cerbero
in
mancanza
di
compiti
propri,
affacciandosi
allo
sportellino
che
si
apriva
sul
corridoio,
li
aveva
informati
che,
per
ordine
perentorio
del
Direttore
Generale,
l’accesso
all’ufficio
era
tassativamente
impedito
a
chiunque
fuori
dall’orario
prescritto
e,
fedele alla consegna, li aveva, quindi, lasciati fuori.
Tornai
quindi
da
Cologno
dicendogli
di
non
pensare
a
presentare
le
proprie
dimissioni
ma
che
era,
invece,
necessario
rispondere
a
quell’attacco.
Lui,
invece,
non
era
d’accordo
e
non
voleva
saperne
in
quanto
il
Sindaco,
visto
il
comportamento
assunto
nei
suoi
riguardi,
era
praticamente
d’accordo
con
quella
richiesta
di
revocargli l’incarico di Direttore.
“E
noi
gli
rispondiamo
con
una
lettera,
così
gli
mettiamo
due
piedi in una scarpa!” furono le mie esatte parole.
Per
quanto
continuasse
a
invitarmi
a
lasciar
perdere,
tornai
nel
mio
ufficio
a
preparare…
che
cosa?
Una
lettera
indirizzata
al
Sindaco?
Oppure
ai
firmatari
di
quella
richiesta
di
revoca?
Ma,
per
quanto
non
conoscessi
tutti
i
particolari
del
fattaccio,
c’era
quel
riferimento
alla
stampa,
convocata
da
Caposiena
per
dare
la
massima
pubblicità
e
risalto
alla
faccenda
così
da
rendere
ineludibile il ritiro dell’inarico. E allora…?
Allora…
non
una
lettera,
che
sarebbe
rimasta
interna,
ma
un
comunicato pubblico da diffondere alla stampa!
segue…
Capitolo OTTAVO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte terza