Lufficiochenoncera
L’ACCORDO CON LA KAST TELECOM
…segue
Lui
colse
quel
momento
per
farmi
un
appunto
e,
additando
i
giornali
accumulati
sulla
scrivania,
alcuni
ancora
nella
custodia
di
spedizione,
mi
disse:
“Un
ufficio
dove
non
si
leggono
i
giornali
è
come
un
tavolino
che
si
regge su tre gambe!”
La
frase
mi
parve
del
tutto
fuori
luogo
per
cui,
forse
mal
celando
la
mia
irritazione,
gli
risposi
indispettito:
“Segreta’,
questo
è
un
ufficio
che
si
regge
su una gamba sola!”
Quando
lo
raggiunsi,
compresi
il
motivo
della
sua
visita
e,
quindi,
mi
fu
chiaro
il
collegamento
con
una
telefonata
ricevuta
alcuni
giorni
prima,
quando
ero
stato
contattato
in
ufficio
da
un
funzionario
del
Compartimento
di Napoli della Sip per lamentarsi di quella iniziativa con la Kast Telecom.
A
quello
che
mi
chiedeva
come
potesse
mai
quella
ditta
offrire
una
tariffa
che
era
quasi
pari
al
costo
con
cui
pagava
la
concessione
di
quel
servizio,
avevo
fatto
presente
che
non
era
questo
un
problema
mio
e
che
l’offerta
fattami era da preferirsi in ogni caso alle tariffe vigenti.
“E
allora,
gliela
facciamo
noi
la
stessa
offerta!”
rispose
l’interlocutore
da
Napoli
per
cui
mi
fu
facile
rispondergli:
“Ma
se
potevate
applicare
una
tariffa più bassa, perché non l’avete fatto fino a ora?”
E
ora
quel
Segretario,
con
la
schiena
distesa
sulla
poltrona
di
tanto
più
degnamente
l’aveva
preceduto,
stava
a
cincischiare
sulla
legge
che
imponeva
la
gara
tra
più
ditte…
che
quella
mia
iniziativa
era
irregolare…
che
c’era
da
sospettare
un
interesse
privato
in
atti
d’ufficio…
per
cui
tagliai
corto:
“Segreta’,
credevo
che
volesse
parlarmi
per
complimentarmi
di
questa
iniziativa!”
e,
alzandomi,
aggiunsi:
“In
ogni
caso
ci
sono
i
manifesti
da
tempo
ad
annunciarla…
e
la
firma
sotto
quei
manifesti
non
è
la
mia,
ma
del Sindaco e del Vice Segretario!” e me ne uscii dalla stanza senza salutare.
Erano,
in
ogni
caso,
prossime
le
vacanze
estive
per
cui
non
mi
curai
più
di
quella
cosa.
Poi,
in
un
pomeriggio
autunnale,
venne
a
farmi
visita
l’agente
della
Kast
Telecom
da
cui
era
partita
quella
proposta
oramai
abortita
per
raccontarmi,
senza
alcuna
curiosità
o
richieste
di
ulteriori
ragguagli
da
parte
mia,
che
era
stato
convocato
e
minacciato
dal
“Comune”,
aggiungendo
d’essere stato costretto a licenziarsi da quella ditta.
Capitolo OTTAVO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte terza