Lufficiochenoncera L’ASSEGNO DI MATERNITÀ E PER IL NUCLEO FAMILIARE Agli inizi di quell’anno proposi che venisse affidato all’Urp il procedimento per la concessione dell’assegno di maternità e per il nucleo familiare. Avevo più volte visto la Valoti, la signora Maria Vittoria Valoti, Capo Ufficio dei Servizi Sociali, fare anticamera davanti alla porta del Direttore di Ragioneria quando a fine giornata mi recavo presso quell’ufficio per le mie necessità o per parlare con Cologno e, dopo aver inteso che andava a lamentarsi della difficoltà che incontrava nel dover attivare quel nuovo servizio a favore degli aventi diritto, mi parve del tutto naturale propormi. Esposi la mia proposta a Cologno e ne interessai anche Raffaele Bentivoglio , l’assessore ai servizi sociali, prospettandogli quando potesse essere importante per una amministrazione locale avere una mappa della povertà e dei bisogni; strumento tra l’altro altamente utile per un politico avente la responsabilità di quel settore. Da parte mia, stavo solo coinvolgendomi in un rapporto diretto con i cittadini per rendere loro agevole il godimento di un diritto mentre lui, l’assessore, se ne lasciò convincere, più che esserne convinto. nota Ora, prima di procedere, ho il piacere di fare una digressione a proposito della signora Valoti La Valoti era risultata vincitrice nel concorso per il posto di Capo Ufficio dei Servizi Sociali, battendo il candidato per cui era stato indetto e a cui, da anni, era stato attribuito quel ruolo. La mattina della prova scritta mi trovavo in piazza Municipio con Tantimonaco, allora Segretario Generale a Pescara, venuto a San Severo proprio per quel concorso di cui era Presidente di Commissione. “Tanto, Segretà, il posto è già destinato!” “E chi l’ha detto?” mi rispose lui. Gli spiegai che Dino Totaro già si presentava con il rilevante vantaggio di essere stato, fin lì, il capo ufficio di fatto di quel servizio e che, in più, e questa era la vera ragione, il posto era stato creato per lui in risultanza di una lunga amicizia con Luigi De Rosa quando era assessore al personale e che quel posto rientrava nel gioco di un accordo politico. “Bisogna vedere se riesce a superare lo scritto!” mi rispose secco. Gli feci qualche obiezione ma lui ad ognuna delle mie osservazioni non fece che ripetermi quelle parole: Bisogna vedere se riesce a superare lo scritto! E così fu! Seppi indirettamente, tempo poi, che in quella Commissione c’era stato un duro scontro da parte di Cologno che si era speso a oltranza a sostegno del Dino Totaro senza, tuttavia, ribaltare il risultato oggettivo sostenuto e ribadito da Tantimonaco e se ciò dimostra il valore e la correttezza di un Segretario Generale, fa rilevare, dall’altra, la pochezza di un Capo Ufficio inventato e, infine, riconosciuto inadatto a svolgere il ruolo fino ad allora svolto. fine nota segue…
sanseveropuntoit, 30 maggio 2023 La musica del sito continua
Capitolo OTTAVO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte terza
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