Maldicenze e invidie
Ero
a
conoscenza,
già
in
quel
primo
anno,
della
insofferenza
di
alcuni
uffici
e
servizi
che
ricevevano
con
astio
le
segnalazioni
che
raccoglievo
dai
cittadini
per
cui
mi
si
accusava
di
pretendere
al
ruolo
di
Difensore
Civico
anche
perché,
nei
casi
più
gravi
o
lasciati
sospesi
per
anni,
minacciavo
l’eventuale
inadempienza
con
riferimenti
al
Codice
penale.
Ma
non
potevo
che
gloriarmi
di
quella astiosa critica.
Ero
anche
consapevole
della
maldicenza
di
cui
ero
oggetto
per
essere
adibito
ad
un
ufficio
dove
“non
si
faceva
niente”
e
dell’invidia
di
cui
ebbi
una
prova
lampante
quando,
in
un
contatto
con
il
Dipartimento
della
Funzione
Pubblica,
mi
fu
‘rimproverata’
la
mancata
risposta
all’invito
fattomi
per
tenere
una
docenza-
testimonianza
a
Napoli
nell’ambito
di
una
serie
di
seminari
sulla
attività
degli
URP
promossi
dall’Ancitel.
Quando
andai
dal
Sindaco
Giuliani
a
informarlo
della
“sparizione”
di
una
corrispondenza
tra
due
Istituzioni
pubbliche,
ebbi
la
chiara
sensazione
che
lui
ben
sapeva
a
chi
poterla
imputare
e
mi
disse:
“Lascia stare. È tutta invidia!” con l’invito ad andare avanti.
Forse
è
qui
il
caso
di
aggiungere
che
quando,
poi,
tenni
la
mia
docenza-testimonianza
nel
corso
Ancitel
tenutosi
a
Roma
nel
2017
,
la
rappresentante
dell’Anci
che
vi
aveva
assistito,
dopo
aver
commentato
il
mio
ampio
intervento
e
apprezzato
il
senso
della
mia
azione
di
pubblico
dipendente,
aggiunse
una
chiara
e
puntuale
critica
al
mio
operato
concludendo:
“Quando
il
dottor
Macchiarola
vincerà
la
lotteria,
l’Ufficio
Relazioni
con
il
pubblico
di
San
Severo
sarà
chiuso!”;
frase
volta,
in
quel
momento,
a
sottolineare
il
mancato
coinvolgimento
del
momento
politico
negli
obiettivi
che
mi
ero
dato
ma,
anche,
a
formulare
una
futura,
quanto
edulcorata, profezia.
Capitolo SESTO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
La Gran Piazza, come era
chiamata dallo storico Matteo
Fraccacreta, in una stampa
ottocentesca (Foto Russi)
Piazza della Repubblica,
dove era ubicata la prima
sede dell’Ufficio Relazioni
con il pubblico (Foto Tota)