Capitolo QUARTOIncubo di una Notte di Pieno Inverno
IIICaduto a terra, ancor tutto stonatodal colpo ricevuto senza avviso,quello iniziò a dire, assai sguaiato,abbozzando la bocca ad un sorriso:“Ecco che cosa tu hai guadagnatoa fare sgarbo a quel che lì è assisoma or, per quello che tu hai osato,torturato sarai e poi uccisoe, dopo che t’avrem fatto la festa,nessuno oserà più le tue ormeseguire, né ripetere le gestao trasgredire alle mai scritte normeche vogliono che chi gli tiene testasia ricondotto a farsi a lui conforme”.
IVPoi quel sogno mi si fa confusoma, se riesco bene a ricordare,mi ritrovai in altro luogo chiusoe fui a un ceppo fatto incatenare.Questo era un luogo chiaramente in usoper occasioni eccezionali e rareed io, che non vi ero certo aduso,pensai che avrei potuto al fin parlareper sostener con argomenti serile mie ragioni e dir la mia innocenzaed esternar con logici pensieriil diritto ad avere una sentenzache punisse soltanto i carcerieriche m’avevano messo in penitenza.