Capitolo QUARTOIncubo di una Notte di Pieno Inverno
VDavanti a me, in trono, in alto, in fondoera seduto per il ritualeun uomo grasso, grosso e rubicondoche mai ne avevo visto uno ugualee, ai suoi lati, seduti tutti in tondoper quel processo tanto eccezionale,cinque tizi con far meditabondo,tutti già pronti a farmi il funerale.Poi quello grosso, ma di comprendonio,prese un tarallo, in segno di abbondanza,e masticando peggio d’un demoniolo fece scomparire nella panzae, fatto sazio, disse: “Il testimoniosi faccia entrare tosto nella stanza”..
VISi fece, quindi, avanti un mingherlinonascosto prima in mezzo a quei potenti;un tipo magro, biondo e fino finoche, in passato, in grandi complimentis’era profuso ed or per un soldinopromesso in cambio dei suoi tradimentiera disposto a far come Cainoperché inizio, parlando in mezzo ai denti:“Affermo e sottoscrivo sul mio onoreche l’imputato è un tipo stravagantee non ossequia chi gli è superiore.di questo me ne faccio io garantecon la coscienza di onesto traditoreche, tra due pesi, sceglie il più pesante”.