Il mio primo impiego sul Comune: l’Ufficio Ragioneria I vecchi dipendenti scommisero sui nuovi assunti e Fulvio Buono, dopo un modesto tentativo nei miei confronti, si scelse Matteo Lo Presti mentre io avevo una buona intesa con Tardio, a cui venni in un primo momento affiancato, addetto al servizio pensioni. Si viveva, allora, un’atmosfera che ricordo gioiosa tanto che, con Fulvio Buono a mettersene a capo in accoglienza di una mia proposta, organizzammo una gita a San Cristofaro, in quel di Motta Montecorvino, con tutte le famiglie e, dopo quella, Fulvio si fece promotore di altre scampagnate allargate allo stesso modo. Don Leonardo, chiuso nel suo ufficio al quale si accedeva con il rialzo di due scalini, era del tutto preso dal suo lavoro e raramente entrava nello stanzone della Ragioneria al primo piano sul lato del Palazzo Celestini prospiciente Piazza della Repubblica. Quando vi appariva, aprendo di colpa la porta del suo Ufficio la sua era un’irruzione. Non per controllarci o sorprenderci mentre ci si intratteneva a parlare ma solo per comunicare qualcosa o richiedere di fare un mandato o consultare i libri mastri su cui si registravano le entrate e i pagamenti in corso collocati su un tavolo al centro dello stanzone. Mi dispiaceva, tuttavia, vedere che gli altri colleghi, specie quelli “vecchi”, appena lui irrompeva in ufficio lasciavano di chiacchierare con un perfetto tempismo e si accucciavano nella posizione di chi è tutto preso dal lavoro lasciandomi scoperto in quella giravolta se stavo a fare un discorso con Tardio o se stavo solo incantato in qualche pensiero che non rientrava nei compiti d’ufficio. Don Leonardo era alto, anziano, eppure con un aspetto e un piglio giovanile che non rivelava i suoi anni e una volta gli chiesi: “Don Leonà, ma come fate ad essere così scattante e giovanile?” Lui mi rispose: “Andare veloce e senza mai fermarsi. Andare sempre di corsa!” Ritengo che questa fosse una sua personale interpretazione della teoria di Einstein ovvero che quando ti muovi il tempo rallenta in rapporto alla velocità del tuo movimento. Devo dire che, pur non avendo in mente questa teoria, quando, nel periodo in cui lavoravo in Segreteria, cominciai a risentire dei miei anni, ricordando quelle parole ne imitavo il passo e l’andamento, suscitando l’attenzione e il commento delle signore in servizio per quella andatura marziale con la quale cercavo di imitare il passo del vecchio Ragioniere Capo. ***
Capitolo Terzo IL MIO PRIMO IMPIEGO SUL COMUNE: L’UFFICIO RAGIONERIA L
La musica del sito sanseveropuntoit 12 maggio 2022
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