…segue Poi c’era stato un guasto al computer che utilizzavo per cui si era cancellato il database degli assistiti del 1991 così che dovetti pazientemente procedere a ricostruirlo utilizzando i database parziali già caricati sui diversi computer di cui era stato dotato l’ufficio e a cui si era proceduto anche con l’ausilio di alcune delle assistenti sociali messe a mia disposizione dal vice sindaco Luigi De Rosa eletto nella lista comunista con la delega ai Servizi sociali. De Rosa lo avevo già conosciuto quando ero iscritto alla facoltà di Filosofia dell’Università di Chieti dove lui, se ben ricordo, era assistente di cattedra e la nostra conoscenza si era consolidata dopo averlo incontrato una volta sul treno, mentre mi recavo in quella sede per gli esami. Ero riuscito a coinvolgerlo nel mio progetto e lui, oltre a facilitare l’acquisto dei computer necessari, avendo anche la delega a quel servizio, mi aveva messo a disposizione le assistenti sociali per caricare, sotto le mie indicazioni e direttive, i dati degli oltre 29 Mila fruitori dell’esenzione nell’anno precedente al mio incarico. Poi, un bel giorno, mi convocò nella sua stanza di vice Sindaco e mi disse che avrei dovuto cortesemente firmare una pila di carte che occupava tutto il piano alla mia destra della sua scrivania. “Che sono?” gli chiesi. “Sono le deleghi sindacali” rispose. “Le deleghe sindacali?” lo interrogai sorpreso e smarrito. “Ma non c’entrano nulla i sindacati con il lavoro del mio ufficio!” “Sono le deleghe per le pratiche di esenzione; le deleghe per avere il rimborso dallo Stato” mi rispose. Rimasi sorpreso che proprio lui stesse proponendomi quella cosa per me inusitata e del tutto inconcepibile per come lo avevo conosciuto fino ad allora da filosofo e mi limitai a volgergli uno sguardo crucciato e interrogativo. “Perché?” mi disse “Non le vuoi firmare?” “E no che non le firmo!” Si fermò un attimo, interdetto dal mio rifiuto, inaspettato per lui e allungando il braccio verso quella pila di carte, alla sua sinistra sulla scrivania, ci mise la mano sopra e soggiunse: “Va bene. Troveremo qualcuno che le firma al posto tuo!” E così finì quella che io avevo creduto un’amicizia tanto che letteralmente scomparve dalla mia vista e, in anni successivi, lo rividi un’ultima volta in un incontro fortuito che dette avvio ad una conversazione inutile e penosa, senza riferimenti al passato, dilungatasi forse una mezz’ora in piazza della Repubblica, mentre lui per tutto il tempo si mantenne nascosto sotto grandi occhiali da sole, di quelli a specchio, e per tutto quel tempo io riflessi il mio volto in quel vuoto. segue…

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Capitolo Primo

4. Problemi, resistenze e delinquenze

La musica del sito sanseveropuntoit 29 marzo 2022