4. Problemi, resistenze e delinquenze

Sarebbe troppo lungo continuare nel racconto analitico dell’attività svolta dal 1990 al 1992 nel compito di responsabile di fatto dell’Ufficio Esenzione Spesa Sanitaria ma non posso, comunque, tacere di alcuni fatti rimarchevoli e certamente importanti e significativi del ruolo che vi ebbi. Dopo che, nel 1991, avevo provveduto a far recapitare il tesserino di esenzione al domicilio degli esenti tramite il servizio postale, per l’anno successivo organizzai un progetto in cui venivano coinvolti anche i messi comunali per la consegna al domicilio della esenzione, previa consegna ai messi comunali della dichiarazione dei redditi da parte dei singoli assistiti. «Nemmeno a Torino fanno una cosa simile!» mi telefonò una signora. La liquidazione del progetto al termine del lavoro nel 1991 mi aveva già dato l’occasione, dopo essermi già disfatto del Vitelli, di liberarmi della perniciosa presenza della signora Venditti in quanto la esclusi dai compensi previsti per i partecipanti al progetto di produttività che avevo predisposto per portare a compimento la riforma informatizzata del servizio. Apriti cielo, alle proteste! Era intervenuto il Sindaco, con delicatezza; poi Vittorio, con più decisa insistenza, ma io non demordevo. No, non meritava quei soldi! Non aveva partecipato in alcun modo al lavoro se non per creare moine, interruzioni e sobillare le colleghe. Più volte mi aveva telefonato Vittorio a perorare quella causa persa, chiedendomi di fargli il favore di inserirla nella liquidazione, di liberarlo da tutte le pressioni che riceveva in tal senso per cui, alla sua ennesima richiesta gli risposi: “Va bene, Vittorio, ma solo a una condizione! Che tu la trasferisca ad altro Ufficio!”e solo in questo modo ero riuscito a liberarmi di quella presenza e dell’incomodo! Due fatti mi avevano creato grattacapi. Quando si era rotto il video del computer avevo telefonato a Vittorio facendogli presente tale emergenza e la necessità di provvedere immediatamente all’acquisto di un nuovo terminale. “D’accordo” mi disse “ma solo se la spesa non supera dieci mila lire”. “Ma è assurdo” gli avevo risposto “e devo stampare i tesserini!” senza poter aggiungere null’altro perché Vittorio mi aveva già chiuso il telefono in faccia. La sua vendetta postuma a fronte delle pressioni che non avevo accettato! Inizialmente avevo provato a stampare al buio ma non era possibile continuare in quel modo per gli errori commessi nel digitare e mi ero risolto a portare in ufficio il mio computer da casa. Caso volle che proprio in quei giorni venisse a trovarmi l’ex sindaco comunista, Antonio Cologno, per sollecitarmi la consegna del tesserino di esenzione, più che necessario per lui in quel momento in quanto, se ben ricordo, aveva la moglie malata. Gli spiegai che il computer non mi funzionava per cui mi era impossibile esaudire la sua richiesta perché Vittorio mi aveva negato l’acquisto del nuovo terminale. Lui, per risposta, mi disse che avrebbe provveduto a parlare col Vice Segretario e la visita si replicò nei giorni successivi sempre con la stessa risposta da parte mia e con il reiterato impegno dell’ex sindaco a farsi portavoce in alto loco della mia necessità per proseguire nel lavoro. Poi, un bel giorno, mi telefono Vittorio. “Allora? Quanto costa il computer da riparare?” “Qui non si tratta di riparare ma di acquistare un nuovo video e non so quanto costa”. “Quello che costa, costa! Telefona a D’Alessandro e fattelo portare. Basta che questo mi lasci in pace e se ne vada dal mio ufficio!” segue…

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sanseveropuntoit 29 marzo 2022
Capitolo Primo

4. Problemi, resistenze e delinquenze

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