ESPOSTO/RICORSO
al MINISTRO dell’INTERNO
contro
IL SINDACO DEL COMUNE DI SAN SEVERO
…segue
che
dopo
aver
ritenuto
accolta
la
mia
richiesta,
non
avendo
ottenuto
alcuna
risposta
o
rituale
comunicazione
a
riscontro,
ho
avuto
modo
di
accertare
che,
a
differenza
di
tutte
le
altre
Pubbliche
Amministrazioni,
sul
Comune
di
San
Severo
-
da
me
definito,
in
altri
luoghi
e
in
più
momenti,
il
Comune
delle
Bananas
-
vige
la
regola
del
Silenzio/Dissenso,
per
cui,
in
data
15
gennaio
2021,
sono
stato
costretto
(per
esigenze
di
ordine
sanitario
e
l’invalidità
del
mio
codice
fiscale)
a
dover
rinnovare
la
richiesta
di
variazione
della
mia
situazione anagrafica; [cfr. Allegato 4]
che,
in
risposta
a
questa
ulteriore
richiesta,
in
data
1
febbraio
2021,
ricevevo
la
comunicazione
dell’Ufficiale
d’Anagrafe,
come
riportata
in
allegato,
dalla
quale
potevo
evincere
finalmente
il
nome
di
quello
che,
in
mancanza
di
espressa
indicazione,
potevo
considerare
come
responsabile
del
procedimento, ossia la signora Fanelli Lorella; [cfr. Allegato 5]
che
in
data
23
febbraio
2021,
dovendo
far
fronte
a
impellenti
esigenze
di
ordine
sanitario,
riscontravo,
senza
altri
inutili
commenti,
tale
comunicazione
con
il
semplice
invio
del
Modello_N0445-01
e
della
copia
della patente. [cfr. Allegato 6]
Sembrava,
quindi,
tutto
risolto,
se
non
che,
avendo
dovuto
ricorrere
a
prestazioni
di
pronto
soccorso
in
Ospedale,
apprendevo,
nel
mese
di
giugno
dello
stesso
anno
e
del
tutto
incidentalmente,
di
risultare,
sì,
residente
nel
Comune
di
San
Severo
ma
in
una
via
fittizia
e
certamente
diversa
da
quella
da
me
indicata
–
nella
quale
via
ho,
tra
l’altro,
la
residenza
dal
lontano
1983
-
nonostante
avessi
avuto
conferma,
da
parte
della
persona
consenziente
e
colà
residente
e
domiciliata,
che
l’accertamento
disposto
aveva
comprovato
la sussistenza dell’indirizzo indicato.
A
questo
punto,
lo
scrivente
reputa
utile
richiamare,
a
Lei,
Signor
Ministro,
le
norme
che
il
Comune
di
San
Severo
ha
conculcato,
tra
le
quali,
a
solo
titolo
di
esempio,
quella
prevista
dall’articolo
5,
comma
2,
della
Legge
4
aprile
2012,
n.
35
dove
è
disposto
che
le
dichiarazioni
anagrafiche
di
cui
all’art.
13
del
Regolamento
30
maggio
1989,
n.
223,
sono
trascritte
entro
due
giorni
dalla
data
di
ricezione
e
con
decorrenza
dalla
data
della
dichiarazione
di
variazione
salvo
che,
in
caso
di
accertamenti
negativi,
venga
effettuata
la
comunicazione,
di
cui
all’art.
10-bis
delle
L.
241/90;
e
che
la
modifica
all’articolo
2
della
Legge
anagrafica
1220/1954
-
come
innovato
dall’art.
3
della
Legge
94/2009,
comma
38
-
ha
reso
obsoleto
il
suggerimento
dato
dalle
Avvertenze
Istat
di
collocare
il
senza
fissa
dimora,
in
caso
di
insussistenza
di
un
domicilio,
in
una
via
fittizia,
fattispecie
operata
con
l’unico
scopo
di
crearmi
disagio
e
rendendomi,
tra
l’altro,
contro
lo
spirito della legge anagrafica, del tutto invisibile e irrintracciabile.
Per
questo
motivo,
anche
in
nome
della
ultima
funzione
rivestita
presso
quel
Comune
quale
Responsabile
dell’Ufficio
Relazioni
con
il
pubblico
-
Ufficio
di
cui
era
unico
operatore
e,
tra
le
altre
benemerenze,
riconosciuto,
nel
1997,
dal
Dipartimento
della
Funzione
Pubblica
tra
i
migliori
cento
uffici
di
tutta
la
Pubblica
Amministrazione
italiana,
tanto
da
valermi
una
feroce
persecuzione
di
cui
l’attuale
sindaco
si
è
fatto
prosecutore
–
ho
ritenuto
di
rivolgermi
direttamente
alla
signora
Fanelli
Lorella,
per
evidenziare
all’Ufficiale
d’Anagrafe
e
direttamente
a
lei,
intesa
quale
responsabile
del
procedimento,
le
incongruenze
di
cui
il
Comune
si
è
reso
colpevole
ignorando
le
norme
di
legge
o
disapplicandole
e
travisandole
a
danno del richiedente. [cfr. Allegato 7]
Poiché
questa
ragionata
mia
missiva
è
rimasta
senza
risposta,
il
modo
con
cui
si
è
voluto
corrispondere
alla
mia
richiesta
rimane
tanto
assurdo
da
essere
portato
a
credere
che
tale
silenzio
sia
attribuibile
al
timore
di
perdere
l’attribuzione
delegatagli
per
aver
operato
su
diretta
indicazione
del
sindaco
il
quale
-
mi
consenta
questa
digressione,
Signor
Ministro
-
ha
disposto
in
tale
maniera
irrituale
per
una
sorda
forma
di
ritorsione
contro
la
mia
persona
avendolo,
in
passato,
fatto
oggetto
di
accuse
e
aggettivazioni
per
essersi
spacciato
da
paladino
della
legalità
fino
al
digiuno,
irretendo
anche
un
suo
predecessore
al
Ministero
e
tanto
da
essere
impunemente
insignito
del
“Premio
Livatino”;
accuse
alle
quali,
da
buon
Tartufo,
non
ha
mai
osato
o
saputo rispondere.
Per
tutelare,
comunque,
il
mio
diritto
legittimo,
vista
l’assenza
di
intelligenza
comunicativa
da
parte
dell’Ufficiale
d’Anagrafe
delegato
e
del
sindaco,
sono
stato
costretto
a
rivolgermi
ad
un
avvocato
affrontando
una
spesa
alquanto
onerosa,
essendo
percettore
solo
di
una
pensione
di
anzianità
per
essere
stato
indotto
a
pre-pensionarmi
dai
degni
precursori
di
questo
sindaco renitente alla legge.
segue…