SENZA FISSA DIMORA.due** FUORI SACCO 5
sanseveropuntoit, 14 novembre 2024
Infatti, la mia punizione, dal 2001 in poi, è consistita, dopo avermi tolto l’ufficio e il lavoro, nel privarmi di ogni incarico, di ogni attività; situazione che poteva sembrare auspicabile per un qualunque nullafacente, fatto per questo addirittura dirigente, ma che dimostra come avessero inteso che quella era la pena peggiore che mi si potesse affibbiare. Come potevano, del resto, dei servili stipendiati, dei nullafacenti privi di ardore, carenti di immaginazione, senza iniziativa; meri esecutori di attività ripetitive, incapaci di autonomia, tutti omologati tra di loro, apprezzare una filosofia diversa da quella da loro professata? Tutti abbeverati allo stesso acquedotto! Se, poi, provo ad allargare la mia indagine alla intera comunità cittadina, non trovo che conferme alla mia inverosimile teoria . Sono un cittadino di San Severo dal 1961, da quando avevo undici anni. In questo paese ho avuto compagni di scuola, mi sono sposato con una sanseverese, ho avuto figli, parenti, amici e da quando fui assunto al Comune ho avuto colleghi e per il mio lavoro sono stato a contatto con la gente, con i cittadini con l’unico obiettivo di svolgere la mia attività a loro favore dando, di conseguenza, un servizio alle persone e, nel contempo, lustro alla città e alle amministrazioni politiche pro tempore.. Ma dove erano le migliaia di cittadini quando l’Ufficio Relazioni con il pubblico è stato chiuso e, poi, abolito col solo obbiettivo di danneggiarmi? Cittadini a cui ho dato ascolto, di cui ho soddisfatto i bisogni senza mai spazientirmi, tanto da esserne criticato da qualche collega, e che ricevevo nel mio ufficio come clienti, portatori di esigenze e di diritti a cui dar voce; persone a cui, sentendomi investito di una missione, ho rivolto la mia attenzione risolvendo le loro richieste, i loro bisogno e i problemi che mi ponevano e manifestando loro il massimo rispetto tanto da sentirmi dire spesso: “Si vede che lei non è di San Severo!”, dov’erano, quando è stato chiuso il mio ufficio? Quando ho gestito il servizio della esenzione dalla spesa sanitaria ho abolito le file, inviando il tesserino di esenzione a casa degli aventi diritto venendo imitato da Comuni che, come Torino, hanno seguito il mio esempio e ricevendo gli apprezzamenti dal Ministero della sanità. Ma, per essermi rifiutato di firmare dei falsi attestati che avrebbero consentito a qualche sindacato di percepire indebiti compensi dallo Stato, mi hanno “sollevato” dall’Ufficio e per la mia passiva resistenza sono stato denunciato dai vigili incaricati di un ordine mafioso e ho dovuto, poi, affrontare un processo per difendermi dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale! E, allora? Dove erano quei cittadini dopo l’abolizione di quel servizio da me riorganizzato? Sono tornati, come pecoroni, a mettersi in fila senza protestare! Sono stato perseguitato dai socialisti, dai comunisti e dal centro destra e, infine, pur essendo in pensione, anche da una amministrazione incolore come quella guidata da Miglio, il gran Tartufo, il fariseo confermato sindaco da un popolo assuefatto; quello che ha fatto ottenere al comune di San Severo, dopo quello delle Bananas, il meritato titolo di Comune del Cazzo. Mi mancava la Colangelo, e la volenterosa alternativa al sindaco a digiuno di legalità, è arrivata a fare da staffetta, in alternanza, e per il puro principio di un potere capotico, si intestardisce a voler negare i miei diritti di cittadino per dimostrarsi fedele al principio che chi si oppone allo strapotere e alla tracotanza di una amministrazione la deve pagare e deve subire il martirio in modo che serva da esempio, a deterrenza di chi volesse emularlo. Infatti, negli ultimi sette anni di pena trascorsi da dipendente comunale, senza un ufficio e senza alcuna mansione, chi dei dipendenti osava fare una qualche affermazione che lo differenziava dal coro veniva ammonito con la frase: “Stai attento, sennò fai la fine di Macchiarola!”.
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I SANSEVERESI