A
seguito
dell’incarico
affidatogli,
il
mio
avvocato,
dopo
essersi
recato
presso
l’ufficio
anagrafe
del
Comune
e
aver
appurato,
tra
l’altro,
che
le
informazioni
-
indebitamente
assunte
in
via
preliminare
alla
iscrizione
prevista
dalla
legge
e
non
limitate
alla
sola
verifica
della
«sussistenza
del
domicilio»
indicato
ma
volte,
ancora
una
volta
indebitamente,
ad
appurare
il
consenso
di
chi
vi
era
già
domiciliato
-
confermavano
pienamente
la
mia
richiesta
al
recapito
indicato,
ha
dato
avvio
alla
procedura
di
legge
con
propria
lettera
raccomandata
del
10
maggio
2022
indirizzata
al
Sindaco
del
Comune di San Severo.
In
risposta
a
tale
richiesta
di
rettifica,
in
data
26
maggio
2022
rispondeva,
in
sostituzione
del
Sindaco,
la
delegata
d’anagrafe,
signora
Soccorsa
Lorella
Fanelli
con
una
comunicazione
atta
a
far
girare
la
testa,
se
non
altro,
visto
che
vi
si
affermava
che
la
richiesta
avanzata
dall’avvocato
non
poteva
essere
accolta
in
quanto
(
LEGGERE
PER
CREDERE!
)
il
richiedente
«
ha
dichiarato
di
non
avere
dimora
stabile
e
ha
reso
una
dichiarazione
di
domicilio
ai
fini
dell’iscrizione anagrafica di persona senza fissa dimora
».
La
successiva
indicazione
della
possibilità
di
richiedere
il
cambio
di
domicilio,
dopo
aver
già
reso
una
«dichiarazione
di
domicilio»
non
tenuta
in
alcuna
considerazione,
«come
da
Regolamento
Anagrafico»
a
cui
la
stessa
missiva,
dopo
averlo
disapplicato,
fa,
tuttavia,
un
generico
e
insolente
riferimento
senza
fornire,
al
contempo,
alcuna
delucidazione
di
merito
alla
richiesta
presentata
dall’avvocato,
può
dare
ulteriore
conto
della
assurdità
di
tale risposta
Per
dare
una
qualche
soluzione
all’angustia
da
cui
ero
preso
nell’aver
dovuto
affidarmi
ad
un
avvocato
per
ottenere
un
diritto
sulla
cui
legittimità
e
inoppugnabilità
continuavo
a
non
avere
alcun
dubbio,
nonché
la
convinzione,
o
forse
solo
il
desiderio,
che
la
questione
potesse
risolversi
in
via
amministrativa,
pensai
che
avrei
potuto
puntare
sulla
buona
fede
e
sulla
correttezza
della
signora
Fanelli
rivolgendomi
direttamente
a
lei
perché
riesaminasse
e
confrontasse
la
lettura
che
io,
reputandola
giusta
e
ragionevolmente fondata, facevo delle disposizioni in materia.
Contavo,
in
verità,
in
cuor
mio,
che
si
rifiutasse
apertamente
alle
imposizioni
a
cui
il
sindaco
Miglio
la
costringeva
-
cosa
di
cui
avevo
l’intima
convinzione
non
reputando
che
un
pubbligo
impiegato
potesse
ignorare
le
norme
ben
chiare
dell’Ufficio
a
cui
era
stato
preposto
o
che
potesse
abiurare
così sfacciatamente i suoi doveri di pubblico impiegato.
Per
questo
motivo
in
data
27
luglio
2022
mi
decisi
a
scriverle
una
lettera
del
tutto
colloquiale
facendo
leva
sulla
piana
esposizione
della
normativa,
confidando
sulla
sua
resipiscenza
e
sulla
sua
onestà
intellettuale
ma
anche
con
la
segreta
ambizione
che
un
suo
auspicabile
riscontro
potesse
aprire
una
breccia nel muro di gomma di un rapporto freddamente burocratico.
Potrei
a
questo
punto
affermare,
manzonianamente
e
parafrasandolo,
che
«la
sciagurata
disse
no»
in
quanto
la
mia
fiduciosa
aspettativa
rimase
del
tutto
delusa
dalla
mancanza
di
una
sua
risposta,
invano
sollecitata
in
calce
al
mio scritto.
sanseveropuntoit, 21 settembre 2024
L’ABUSO E LE INADEMPIENZE DEL COMUNE (4/4)