Nel
rileggere
questo
fuorisacco
al
termine
del
quale
davo
conto
della
circostanza
di
essermi
rivolto
ad
un
avvocato
per
tutelare
il
mio
diritto,
ho
sentito
un
certo
disagio
per
aver
affidato,
così,
alle
lungaggini
di
un
giudizio
e
ai
tempi
di
un
Giudice
il
riconoscimento
di
un
diritto
chiaramente
e
ampiamente
riconosciuto
al
«senza
fissa
dimora»
di
indicare
la
via
e
l’indirizzo
presso
cui
eleggere
il
proprio
domicilio
con
l’unica
condizione,
innovativa
rispetto
alla
precedente
normativa,
che
sia
verificata
la
«sussistenza» di tale via, indirizzo o domicilio che sia.
Nella
mia
esperienza
di
dipendente
pubblico
e
di
Responsabile
dell’Ufficio
Relazioni
con
il
pubblico
ho
sempre
condiviso
la
visione
e
l’idea
di
una
Amministrazione
Pubblica
al
servizio
del
cittadino
che,
ormai
riscattato
dalla
sua
condizione
di
‘suddito’,
diviene
il
soggetto
e
il
fine
stesso
dell’azione
amministrativa
tanto
che
la
più
recente
legislazione,
uniformandosi
a
tale
visione,
ne
assicura
in
vario
modo
il
diritto
bastando
citare
a
tal
fine
la
legge
241
del
1990
via
via
modificata
in
tale
prospettiva
e
per
ovviare,
per
esempio,
al
vezzo
di
considerare
la
risposta
a
una
qualsiasi
istanza
entro
i
30
giorni
come
occasione
di
dilazione
o
di
messa
in
mora a danno del cittadino.
Ho,
quindi,
sentito
la
necessità
di
rivolgermi
direttamente
all’amministrazione
del
Comune
di
San
Severo,
rappresentata
nel
caso
dall’Ufficiale
d’Anagrafe,
nella
mia
qualità
di
cittadino
italiano
portatore
di
diritti
a
cui
la
Pubblica
Amministrazione
ha
il
dovere
di
ottemperare
perché
siano
soddisfatti
per
cui,
in
data
27
luglio
2022
e
con
posta
certificata,
ho
inviato
una
lettera
alla
Signora
Lorella
Fanelli,
Ufficiale
d’Anagrafe
delegato
e,
per
non
sbagliare,
al
sindaco
Francesco
Miglio
che
questa
delega
le
ha
dato.
La
specialità
di
questa
mia
comunicazione
potrà
essere,
per
i
suoi
rimandi
di
legge
e
il
caso
trattato,
di
poco
interesse
per
il
comune
lettore
che,
comunque,
invito
a
farne
lettura
per
prendere
cognizione,
nel
senso
più
lato,
dei
suoi
diritti
quando
si
trova
di
fronte
a
una
amministrazione
che,
anziché
difenderli
e
tutelarli,
li
prevarica.
L’ABUSO E LE INADEMPIENZE DEL COMUNE (2/4)