Conclusione In conclusione, poiché il Gip ha stabilito l’archiviazione del reato non potendo un pubblico ufficiale rifiutare di eseguire un ordine della Pubblica autorità che non sia manifestamente illegittimo ”, applicando lo stesso criterio nessuno dei consapevoli e volenterosi aguzzini dei campi di concentramento nazisti, o delle azioni di polizia e di rastrellamento degli ebrei da inviarvi, sarebbe da ritenersi colpevole delle nefandezze operate in base ad un ordine che, si badi bene, era a quell’epoca del tutto legittimo, come sostenuto da Adolf Eichmann prima di essere impiccato. Ma, seppure volessimo ammettere che il Sacco, del tutto convinto che in un ufficio comunale ci fosse un pazzo in condizione di Sindrome delirante tale da richiedersi, sulla base di una legittima Ordinanza sindacale, il suo “pronto” intervento a tutela dello stesso e/o a salvaguardia della collega presente e dei cittadini che frequentavano l’Ufficio Relazioni con il pubblico di cui ero Responsabile ( Ufficio pluripremiato e benemerito per efficienza, produttività e impegno abnegante, nonché per le molteplici attività e i risultati conseguiti e riconosciuti anche a livello ministeriale e nazionale ), resta il fatto che egli abbia eseguito quell’ordine “legittimo” con modalità del tutto illegali e calpestando, oltre alle basilari norme del vivere civile e sociale e quelle derivanti dalla colleganza del comune rapporto di lavoro, l’articolo 32 della Costituzione e le esplicite norme contenute nella legge 180/78 che egli, come dipendente pubblico e per il ruolo rivestito non doveva disattendere né poteva assolutamente ignorare. Resterebbe da notare, infine, come lo stesso giudice si contraddica in quanto, proprio nell’incipit del Decreto di archiviazione, afferma: “… dagli atti emerge come Macchiarola Giovannantonio sia stato illegittimamente sottoposto a T.S.O in data 6 Giugno 2001. Ciò in quanto non   potevano   ravvisarsi   quel   giorno -   e   molto   probabilmente   anche   nelle   settimane   precedenti - gli estremi di una sindrome delirante che i medici e funzionari comunali di S.Severo hanno posto a base del provvedimento…” per poi contraddirsi dicendo che “Sacco Ciro… ricevuto il provvedimento sindacale di T.S.O. non poteva che eseguirlo non   avendo   avuto   modo   di   constatare   assenza   di   malattia   nel Macchiarola… ”. E, a questo punto la domanda: Come avrebbe potuto aver modo di farla quella constatazione che, secondo il Gip, non ha “avuto modo” di fare ? Eppure quella tarda mattina del 6 giugno 2001, io, vittima inconsapevole e predestinata, pur in una condizione tanto inusitata e drammatica e tanto esorbitante rispetto a un contesto di normali rapporti civili e di lavoro, ero, nonostante tutto, perfettamente in grado di chiedergli conto, personalmente e chiamandolo per nome, di quella incredibile, assurda, irragionevole, sbalorditiva azione di cui si stava facendo complice a mio danno e di interloquire con lui in maniera tranquilla e presente a me stesso facendo appello al suo senso di umanità e di colleganza a cui rimase, da perfetto esecutore nazista di un “ordine legittimo” , del tutto insensibile e sordo, fino al punto da negarmi tutti i miei diritti e la richiesta alternativa di un trattamento volontario. Una brava persona da non perseguire? Un funzionario pubblico ossequiente agli ordini ricevuti dall’alto ? Un galantuomo in divisa? Secondo il GIP Di Dedda, sì, a quanto pare. Per me, proprio per il ruolo rivestito di Comandante dei Vigili Urbani e data la pluriennale conoscenza, resta un immorale e indegno dipendente pubblico in quanto volenteroso e ottuso esecutore di un ordine di cui, sapendolo illegittimo e del tutto fuori luogo all’evidenza, si è fatto partecipe e diligente sicario in esecuzione di un complotto di cui era del tutto consapevole visto che per assicurarne la riuscita ha dovuto calpestare la Legge e la Costituzione e, insieme, senza battere ciglio, i diritti e la dignità della mia persona . Se il Sacco ha avuto “diritto” alla archiviazione grazie alla sentenza di un giudice, non può contare d’essere dispensato dal giudizio morale da parte di chi abbia senso civile se non una coscienza. (Codice SA.C5.EL) Il fatto, poi, che il Gip abbia usato lo stesso provvedimento per la Elena Colio non mi noia. Era solo una donnetta servile, forse addirittura orgogliosa di sentirsi chiamata a compiacere chi ne ha voluto disporre come proprio cavallo di Troia! Non era suo compito suo dovere, come lo era per il Sacco e il Di Dedda , essere a conoscenza dell’articolo 32 della Costituzione e della legge Basaglia!
FUORI SACCO di https://www.SANSEVERO.IT
sanseveropuntoit 21 giugno 2022 continua indietro Foto prelevata da Foggiacittaaperta.it FUORISACCO… Ciro  4/5
modificato e ampliato il 28.6.2022