Tornando
all’accostamento
tra
i
due
diversi
personaggi
e
i
due
simili
episodi
giudiziari,
non
occorre
essere
lombrosiani
per
fare
un
raffronto
tra
Vadim
Shishimarin
e
Ciro
Sacco
o
essere
un
giurista
per
fare
valutazioni
personali
sulle diverse decisioni giudiziarie in due casi sostanzialmente simili.
Certamente
il
Giudice
ucraino,
non
poteva,
nonostante
tutte
le
attenuanti,
non
condannare
il
povero
Vadim,
sergente
dell’esercito
russo,
in
quanto
la
sua
sentenza
travalica
la
singola
persona
individuata
come
capro
espiatorio
politico
e
vittima
sacrificale
ed
emblematica
di
un
esercito
invasore.
Una
sentenza
favorevole
e
comprensiva,
sarebbe
stato
come
assolvere
Putin
e
i
suoi
generali
per
cui,
alla
luce
dello
stato
di
guerra
tra
i
due
paesi,
quella
sentenza
è
comprensibile.
Per
una
stretta
e
“direttamente
proporzionale”
analogia,
l’archiviazione
di
Ciro
Sacco,
Comandante
dei
Vigili
Urbani
del
Comune
di
San
Severo,
rappresentandosi
come
una
sottrazione
del
colpevole
del
reato,
dell’esecutore
finale,
alla
giustizia,
serve
a
far
“sbiadire”
il
reato
di
chi
glielo
ha
commissionato,
ovvero
dei
mandanti,
proprio
come
è
accaduto
poi
nel
caso
specifico.
Tanto
era
grave
ed
evidente
il
reato
commesso
da
una
intera
amministrazione
pubblica
con
il
coinvolgimento
di
un
sindaco,
due
funzionari
e
due
medici
esterni,
insieme
a
quelli
che
la
Procura
di
Foggia
non
ha
mai
nominato,
che
occorreva
“assolvere”
colui
che
aveva
realizzato
in
modo
inoppugnabile
l’ultimo
atto
di
quella
trama
per
evitare di dover risalire la catena di comando.
Tolto il tassello finale, il reato in sé, tutto il resto decade o, almeno, vacilla!
Per
concludere,
fermandomi
sul
singolo
personaggio,
nel
caso
del
Sacco
ci
troviamo
certamente
di
fronte
a
uno
dei
tanti
che
si
è
adeguato
e
che
ha
compreso
come
va
il
mondo
e,
se
non
il
Mondo,
come
funziona
il
potere
in
un
Comune
di
provincia,
ovvero
nel
paese
o
nel
borgo
di
un
meridione
medievale,
dove
il
potere
non
ha
limiti
e
vuole
servi
per
funzionare
e
dove
i
conniventi,
gli
omertosi e gli ignavi e quanti vi si rassegnano contribuiscono a perpetuarlo.
Proprio
come,
ma
solo
per
esempio,
succede
nel
Comune
di
San
Severo,
il
Comune
delle
Bananas,
dove
il
Potere
tutto
si
permette
per
quanto
sia
illogico,
illegale,
assurdo
e
anormale;
il
paese
in
cui,
prima
da
estraneo,
perché
non
mi
sono
mai
omologato,
e
poi
da
perseguitato,
per
non
essermi
mai
arreso,
ho
vissuto
la
storia
che
racconto
con
LE
STRAORDINARIE
AVVENTURE
DI
UN IMPIEGATO.
Postilla
Il
simpatico
Piero
Sansonetti,
direttore
de
Il
Riformista
,
così
pronto,
in
nome
di
una
giustizia
di
cui
fa
propaganda,
a
farsi
paladino
di
un
caso
accaduto
in
Ucraina,
per
cui
se
ne
può
parlare
liberamente
data
la
distanza,
dopo
aver
espresso
la
sua
critica
al
giudice
che
ha
condannato
all’ergastolo
il
povero
sergente
“ragazzino”,
chiude
con
l’affermazione
finale,
e
direi
equivoca,
che
“
il
diritto cerca responsabilità individuali
”.
Non
essendoci
possibilità
di
interloquire
con
il
direttore
de
Il
Riformista
,
non
entro
nei
‘meandri’
di
una
critica
a
questa
ambigua
affermazione
limitandomi
a
evidenziare
come,
insieme
a
tutta
la
stampa
italiana
-
capace
di
esprimere
giudizi
critici
nei
confronti
dei
giudici
per
vere
o
presunte
ingiustizie
solo
quando
accadono
“all’Estero”
-
non
abbia
avuto
la
sensibilità
e
un
comportamento
altrettanto
‘interventista’
nel
mio
caso
quando
denunciavo
le
storture
e
le
ingiustizie
di
cui
per
anni
sono
stato
vittima
da
parte
di
una
Amministrazione
mafiosa
e
prevaricatoria
e
nessuna
voce
critica
si
è
levata
per
valutare
e
stigmatizzare
il
comportamento
di
una
Procura
della
Repubblica
connivente
e
solidale
che,
negli
anni,
con
la
sua
omertà
ha
consentito
la
indefessa
prosecuzione
di
reati
i
cui
responsabili
sono
stati,
infine,
graziati
da
una
Magistratura
corrotta
o
servile
in
quella
che,
per
illuderci
o
per
ipocrisia,
chiamiamo ancora Repubblica Costituzionale e Patria del Diritto.
FUORI SACCO
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modificato e ampliato il 28.6.2022