sanseveropuntoit, 8 marzo 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
RICORDI STORICI DELLA DEVOZIONE
ALLA VERGINE DEL SOCCORSO
CREDITI: “Nigra sum, sed formosa”
di Giovanni Checchia de Ambrosio
Ed. Dotoli, San Severo 1979
RICORDI STORICI
della Divozione
alla
VERGINE SANTISSIMA
DEL SOCCORSO
Patrona
della Città di Sansevero
per l’Arciprete
Francesco de Ambrosio
Indice
:
San Severo all’inizio del 1500
I monasteri
Gli Agostiniani
La statua della Madonna del Soccorso
Il culto della Madonna
I Santi protettori della Città
La devozione alla Vergine del Soccorso
La proclamazione a Patrona, maggio 1858
San Severo all’inizio del 1500
Nel
cominciamento
del
decimosesto
secolo
dell’era
cristiana
la
città
di
Sansevero
era
la
capitale
della
Capitanata
e
del
Contado
di
Molise;
perocché
in
essa
sedeva
un
Governatore,
che
assistito
da
due
Uditori,
reggeva
le
sorti
di
queste
regioni.
Città
regia
ad
un
pari
di
Foggia,
Lucera,
Manfredonia,
Viesti
ed
Isernia...
stava
a
tutti
innanzi
per
numero
di
abitatori,
per
civiltà
di
costumi,
per
ubertosità
di
campi,
per
attività
di
traffici,
per
abbondanza
di
dovizie
se
tagli
dal
novero
Foggia
ove
risiedeva
il
Doganiero
di
Puglia,
cui
erano
soggetti
tutti
quei
moltissimi
delle
Puglie,
di
Molise,
e
de
li
Abruzzi,
i
quali
stanziassero
co’
loro
greggi
e
co’
loro
armenti, su’ vasti poderi del patrimonio della Corona che dicesi Tavoliere.
In
tanta
copia
di
ogni
desiderabile
cosa
Sansevero
governata
economicamente
da
quaranta
Regimentari
a
vita
cerniti
nelle
varie
classi
del
popolo
per
privilegio
donatole
addì
22
Marzo
1536
dall’imperatore
Carlo
V
e divisa in quattro Parrocchie avea fra le sue mura molti monasteri.
I monasteri
Tenevano
i
Cappuccini
loro
dimora
nella
Chiesa
che
or
dicesi
delle
Grazie;
i
Minori
Osservanti
nel
luogo
detto
S.
Berardino;
i
Padri
Carmelitani
nella
Chiesa
della
S.Croce
al
Mercato,
la
quale
per
essi
si
disse
del
Carmine,
i
Padri
del
Terzo
Ordine
di
S.
Francesco
in
quella
di
S.
Rocco,
che
or
dicesi
della
Crocesanta;
i
Padri
Domenicani
nella
Chiesa
del
Rosario,
i
Padri
Conventuali
nella
Chiesa
di
S.
Francesco;
i
Padri
Agostiniani
in
quella
di
S.
Agostino;
i
Patri
Celestini
in
quella
della
SS.
Trinità.
Non
è
del
nostro
proposito
dire
esservi
ancora
tre
monasteri
di
donne
quel
di
S.
Lorenzo,
quello
di
S.
Caterina,
e
quello
di
S.Chiara
nè
dire
di
quanti
instituti
di
beneficenza era onoranda la città.
Se
lo
fosse,
non
taceremmo
della
Congrega
Pia
Laicale
di
S.
Onofrio
che
teneva
aperto
uno
Spedale
al
Largo
del
Mercato;
e
meno
del
Sodalizio
del
Sacro
Monte
della
Pietà,
il
quale
avea
uno
Spedale
pe’
poveri
infermi,
assistiva
co’
Padri
Conventuali
gli
incriminati
dì
Capitanata
e
Molise
che
quì
eran
sostenuti,
raccoglieva
i
fanciulli
espositi,
e
dava
ricetto
a’
pellegrini,
che
da
tutte
le
parti
del
Regno
e
fuora
transitavano
per
girne
a’
Santuari
di
S.
Michele,
e
della
Vergine
Incoronata
ed
a
quello
di
S.
Lionardo, di cui allora era pure grande la venerazione.
Gli Agostiniani
Noi
stringe
obligo
di
aver
a
dire
degli
Agostiniani.
E’
del
costoro
studio
promuovere
la
devozione
alla
Vergine
Santissima
del
Soccorso,
giacchè
nell’anno
mille
trecentosei
essendo
in
Palermo
un
Padre
Maestro
Nicola
la
Bruna
Agostiniano
malato
di
così
grave
dolore
ne’
fianchi
da
far
temere
di
sua
vita,
apparvegli
la
Vergine
Santissima
fulgida
di
celesti
splendori,
ed
avvicinatasi
al
letto
di
lui
guarillo
incontanente.
Di
ciò
non
sapeva
quali
grazie
potesse
tributarle
maggiori
quell’avventuroso;
ma
Essa
gl’impose
bastarle,
che
predicasse
il
miracolo,
e
che
proclamasse
volere
essere
chiamata ed invocata la Signora del Soccorso.
Da
allora
gli
Agostiniani
ebbero
ad
onorare
la
bella
Madre
del
Redentore
col
nome
di
Madre
del
Soccorso,
e
dovunque
ergevano
alcun
loro
Monastero ne ponevano corrispondente effigie.
Per
ciò
gli
Agostiniani
di
San
Severo
nella
loro
Chiesa,
benchè
denominata
di S.Agostino, avevano per tutelare la Vergine Santissima del Soccorso.
La statua della Madonna del Soccorso
La
sua
statua
in
legno
è
di
donna
sedente
col
divino
suo
figliolo
in
grembo.
Brune
ha
le
fattezze
del
volto
e
ritraenti
allo
stile
Bizandino.
Ricordavano
quei
nostri
antichi,
essere
stata
la
bellezza
celestiale
del
viso
di
Maria,
come
il
riflesso
della
santità
dell’anima
sua
sì,
che
uom
giammai
non
l’avea
guardata
con
occhio
di
concupiscenza.
Per
ciò
non
sapevano
meglio
ritrarla
che
in
quelle
forme
severe
e
risentite.
Non
era
giunta
l’arte
a
quel
grado
di
eccellenza,
cui
recolla
in
questo
genere
il
Beato
Angelico
da
Fiesole,
Andrea
della
Robbia
,
ed
i
valorosi
artisti
dell’Ombria,
che
pieni
il
petto
di
devozione
a’
Santi
del
Paradiso
misticamente
videro
quali
esser
doveano
le
forme.
della
Vergine
che
sola
fu
tale
al
.mondo
e
senza
esempio;
nè
mai
così,
come
quei
valentuomini,
la
vedranno
coloro
che
ne’
vivi
modelli
vogliono
trarre
le
loro
ispirazioni
senza
sentire
potentemente amore esclusivo alla Prediletta tra quante Dio pose al mondo.
Tale
qual’è,
maestosa
ed
imponente,
la
Statua
della
Vergine
Santissima
del
Soccorso in San Severo.
Il culto della Madonna
Intorno
ad
essa
fervida
elevossi
la
devozione
de’
Sanseveresi.
I
quali,
quando
i
piccoli
monasteri
vennero
soppressi
per
esecuzione
de’
decreti
del
sacro
Concilio
di
Trento
onde
dalle
loro
rendite
sorgessero
i
Seminari
Clericali;
e
quando
per
ciò
co’
Frati
del
Terzo
Ordine,
co’
Domenicani
e
co’
Carmelitani
videro
partiti
pure
gli
Agostiniani,
accorsero
frequenti
a
far
lieta la Chiesa da costoro deserta.
E
siccome
non
parve
possibile
senza
un
civile
ordinamento
poter
stare
essa
sempre
riverita,
il
Vescovo
Carlo
Felice
Matta
verso
il
seicentottanta
vi
pose
una
Congrega
laicale
retta
dalla
regola
dell’Arcicofraternita
di
S.
Maria
degli
Agonizzanti
di
Roma.
Mercè
tale
Congrega
vivido
si
mantenne
quel
sacro
culto,
che
era
amore
di
tutti
che
abitassero
questa
cospicua
città
della Daunia.
CARLO V
(1500-1558)
Re
di
Spagna
dal
1516
al
1556
e
imperatore
dal
1519
al
1556,
fu
educato
da
Adriano
di
Ultrecht,
il
futuro
papa
Adriano
VI.
Nel
1516,
morto
Ferdinando
d’Aragona,
ereditò
le
corone
di
Spagna
e
i
possedimenti
in
America.
Alla
morte
del
nonno
paterno,
Massimiliano
I
d’Asburgo,
nel
1519
ottenne
la
corona
imperiale
contro
il
rivale
Francesco
I
di
Francia
con
cui,
nel
1521,
si
aprì
un
conflitto,
la
guerra
franco-asburgica,
che
sarebbe
durata
fino
al
1559.
Nel
1527,
per
ritorsione
contro
il
papa
Clemente
VII
che
aveva
aderito
alla
lega
antiasburgica,
promossa
l’anno
precedente
da
Francesco
I
di
Francia,
inviò
in
Italia
truppe
tedesche,
i
lanzichenecchi,
che
misero
a
sacco
la
città
di
Roma.
Nel
1556
depose
la
corona
imperiale,
affidata
al
fratello
Ferdinando
I,
mentre
la
Spagna
andò
al
figlio
Filippo
II.
Morì
il
21
settembre
1558
in
un
monastero in Estremadura.
APPROFONDIMENTO
BEATO ANGELICO (1400-1455)
Soprannome di fra Giovanni da
Fiesole, pittore e miniatore del
primo Rinascimento.
ANDREA DELLA ROBBIA (1435-1525)
Scultore e ceramista operante a Firenze.
CONCILIO DI TRENTO
(1542-1564)
Concilio
ecumenico
della
Chiesa
cattolica,
convocato
nel
1542
in
reazione
alla
Riforma
di
Martin
Lutero
da
Paolo
III,
tenutosi
nel
Duomo
di
Trento
dal
1545
e
concluso
nel
1564
con
la
professione
di
fede
proclamata dal papa Pio IV.
CARLO FELICE DE MATTA
13° vescovo della Diocesi di
San Severo dal 1679 al 1701.
Ha fondato il Seminario.