sanseveropuntoit, 8 marzo 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
La musica del sito
IL SACRO NELLE TRADIZIONI
RICORDI STORICI DELLA DEVOZIONE ALLA VERGINE DEL SOCCORSO CREDITI: “Nigra sum, sed formosa” di Giovanni Checchia de Ambrosio Ed. Dotoli, San Severo 1979
RICORDI STORICI della Divozione alla VERGINE SANTISSIMA DEL SOCCORSO Patrona della Città di Sansevero per l’Arciprete Francesco de Ambrosio I Santi protettori della Città Aveva la città di Sansevero a Protettore Principale da antichissima stagione S.   Severo Vescovo di Napoli perchè da questi avea mutuato il nome, avea a Protettore S.    Severino Apostolo del Norico, che avevala campata da fiera aggressione Tedesca, S.    Sebastiano perchè avevala salvata da una notturna invasione di Saracini, S. Maurizio, S. Biagio, e S.    Michele    Arcangelo quelli due non sappiamo per quale ragione, questo perchè la salvasse da’ tremuoti. A tutti questi Santi porgeva la città e porge tuttavia annuo tributo ed onoranza. La devozione alla Vergine del Soccorso Ma in tutte le calamità la gente accorreva supplice all’umile ma decente Chiesa, nella quale si venerava la Vergine Santissima del Soccorso. Pioveva dirotto? Implorava la serenità e mercè Lei l’otteneva. Arida si faceva la terra, i seminati intristivano, le vigne e gli olivi illanguidivansi, la gragnuola minacciava distruzione, desolazione la peste? Pregava la cessazione del flagello, e Lei mediatrice finiva. E quando la intercessione sua non giungeva repente a disarmare la collera di Dio, uomini e donne, vecchi e fanciulli inneggianti dietro al vessillo della Croce andavano concordi a rilevare l’amato simulacro dalla sua Chiesa, e sicuri della grazia menavanla in processione fino alla chiesetta della Madonna dell’Oliveto, la quale chiesetta dista dalla città per quattro miglia, ed è la sola memoria del distrutto Borgo di Santandrea, che ora sarebbe anche, essa distrutta se tre lustri indietro il Cav. Francesco Ceva Grimaldi de’ Marchesi di Pietracatella non avesse proveduto a ristaurarla. Così l’unica Protettrice di fatto degli abitanti della città di Sansevero era la Vergine Santissima del Soccorso. Pure quella sua Chiesa era pressochè muta quando il bisogno del patrocinio presente della Madre di Dio non spingesse gli uomini ad andare in essa a chiedere grazie soventi accordate. Era Chiesa sacra solo a’ momenti di dolore degl’individui e delle moltitudini. Ma venuto non guari di tempo a Priore del Sodalizio, che in esso uffizia, il signor Matteo Mascia si cangiò l’aspetto della medesima, perocchè volle che non più si chiudesse dopo il mattino, che abbondanti ceri ardessero innanzi. alla sacra effigie in ogni sera, che in ogni sera il popolo avesse agio di cantarvi le sagre letanie e che la massima lautezza la condecorasse. Il novello culto rese dotti i Sanseveresi non aversi a rivolgere alla loro Vergine del Soccorso solo nei giorni di calamità , ma averle a presentare ossequi in tutt’i giorni per testimoniarle, che antichi e recenti miracoli facevanla carissima a tutti i cuori. La proclamazione a Patrona, maggio 1858 La Sanseverese Decuria intanto, quasi vergognando, che il Municipio, il quale ricorreva sempre a Lei con pubbliche orazioni in tutte le necessità, non l’avesse ancora salutata col titolo solenne di Patrona di questa città, volle con questa tenera e debita appellazione salutarla nel giorno 21 febbraio del 1856, e pregare Sua Santità il Romano Pontefice che tale canonicamente la dichiarasse, e che dicesse giorno di doppio precetto quello sacro alla Vergine del Soccorso la quale si avesse tutti gli onori soliti a Patroni. Questo voto unanime, benchè con ballottazione secreta secondo le regole dettate da Benedetto   XIV nel cap. XIV, parte II, del lib. IV, della sua opera intorno alla Beatificazione de’ Servi di Dio, e dal decreto della Sagra Congregazione de’ Riti confirmato da Papa Alessandro   VIII , venne seguito dal voto uniforme del Vescovo della Diocesi, del Capitolo della Cattedrale, del Capitolo Collegiale di S.Giovanni Battista, del Clero di S.Severino, del Clero di S.Nicola, delle Comunità delle Signore Monache Benedettine de’ Minoriti, e dei Cappuccini. A tale manifestazione della città e del Clero di essa, secondata pure da S. E. il Ministro Plenipotenziario di Sua Maestà in Roma, a Relazione di S. E. il Cardinal Bofondi s’inchinò annuente la Sagra Congregazione de’ Riti. E con decreto del giorno 10 Settembre 1857 confirmato da Sua Santità, e roborato da Regio assenso con Rescritto de’ 4 Maggio 1858 la Beatissima Vergine del Soccorso venne dichiarata Patrona aeque principalis della città di Sansevero, con festa di doppio precetto da celebrarsi nel Sabato precedente alla prima Domenica di Maggio di ciascun anno con messa ed officio doppio di prima classe con ottava. Poiché poi nulla mancasse a’ desideri degli abitanti Sua Santità con bolla de’ 7 Agosto dell’anno stesso 58 concesse indulgenza plenaria a tutti che visitassero la Chiesa dell’inclita Patrona da’ 15 di Giugno a’ 15 di Luglio di cadaun anno. In cosiffatta maniera la beatissima Vergine è venuta nella città di Sansevero a ricevere sotto il titolo del Soccorso quell’omaggio, che ogni cattolico ortodosso fa dovere a Colei che secondo la tradizione biblica ed apostolica sovrastando agli Angioli ed a’ Santi, ha i maggiori meriti innanzi al trono delle misericordie di Dio Onnipotente per essere interceditrice di grazie per gli umani.
 Copia a stampa della Deliberazione del 21 febbraio 1856 con la quale il Consiglio Comunale di San Severo approvava la petizione del Priore Matteo Mascia perché la Madonna fosse dichiarata Patrona. (foto Masselli) Olio su tela della metà dell’800. Composizione con tutti i santi compatroni della Città: San Severo, San Severino, San Michele Arcangelo, San Sebastiano, San Biagio e Sant’Agostino. (foto Arciconfraternita)
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