sanseveropuntoit, 21 febbraio 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
La fondazione del Monte Frumentario Ligio alle direttive del Sommo Pontefice, sinceramente intenzionato a lenire le afflizioni del suo popolo e da quell'uomo d’azione che era, a 17 mesi appena dal suo insediamento, Adeodato   Summantico fonda il sospirato Monte Frumentario, con atto rogato il 10 settembre 1718 alla presenza del notaio per autorità apostolica Tommaso de Vivis, sotto il titolo di Sant’Antonio Abate, in onore del santo nella cui chiesa viene eretta l’Opera Pia. Approfondimento La chiesa del grande Anacoreta è stata fin dalla sua fondazione grancia (chiesa dipendente) di Santa Maria Assunta, vale a dire della Cattedrale, per cui è dal Capitolo di quest’ultima che è stata sempre amministrata. I Canonici della Cattedrale avevano, inoltre, già dimostrato, in due secoli di diretta, corretta e proficua gestione dell’Ospedale di Sant’Antonio Abate, di avere invidiabili capacità manageriali. Su 255 tomoli di grano, che andavano a costituire la dote iniziale del Monte, 143 tomoli provenivano da Sant’Antonio Abate e, quindi, dal Capitolo Cattedrale, mentre altri 53 tomoli erano stati detratti dai beni legati alla Cappella di San Rocco, sita in Cattedrale, per cui l’80% circa di tutto il patrimonio frumentario garantito al Monte all’atto della sua fondazione era stato prodigato dal Capitolo. Tra le istituzioni che avrebbero dovuto beneficiare dei proventi del Monte, Adeodato Summantico pone al primo posto l’Ospedale, ubicato in stabili attigui alla chiesa di Sant’Antonio Abate che possedeva, altresì, ampie e ben costruite fosse granarie proprio nella piazzetta sulla quale ancora oggi prospetta. L’Istrurnento di fondazione, che potremmo chiamare statuto, in quanto regolava, minuziosamente e con precise norme, ogni aspetto della vita del Monte, prevedeva che il grano prestato nel mese di luglio di ciascun anno fosse puntualmente restituito nello stesso mese dell'anno successivo con “l'ottava parte dippiù”, cioè con tre misure in più al tomolo. Approfondimento Il tomolo corrispondeva a circa Kg. 45-46, ovvero a 24 misure. Una misura corrisponde a Kg 1,800 circa mentre il quarto equivaleva a 3 misure e il mezzetto a 12 misure. .Con semplice calcolo, si ricava che il tasso di sconto fissato dal Monte ascendesse al 12,5%, mentre a quel tempo esso era generalmente praticato in ragione del 5%, ed a questo livello rimarrà fino all’Unità d'Italia, per felice risvolto di una politica monetaria perseguita dai regnanti napoletani, che, se non proprio illuminata, era quantomeno rigorosa, tanto da fare del “Ducato” una moneta sufficientemente al riparo dalla inflazione. Stupisce, pertanto, che Mons. Adeodato Summantico definisca “tenue soprapiù” degli interessi tanto gravosi, indifendibili anche dopo aver riconosciuto che il grano prestato in ottobre, dicembre, marzo e maggio costasse più di quello restituito a luglio e che ci fossero dei costi di gestione di cui tener conto. Approfondimento L’eccessivo rigore profuso dall’Antistite nel cautelare gl’interessi del Monte, diviene tollerabile solo che si riesca a cogliere tra le righe dello “Istrumento” e della “Bolla” di erezione l’ansia di assicurare quanto prima al Monte quei fatidici 1000 tomoli di grano, destinati a configurarsi ad una rigida piattaforma di riserva, da non superare mai deficitariamente, unita all’ansia di costruire il “magazzeno” che avrebbe fatto scemare di molto i costi di gestione e, infine, a quella di soccorrere, con i proventi dei prestiti, l’Ospedale ed altre opere pie. Toccherà al vescovo Angelo   Antonio   Pallante ridurre, nel 1763, da tre ad una misura per tomolo il grano da restituire in soprappiù. Approfondimento In tal modo il tasso di sconto viene portato al 4% circa, vale a dire a livelli più bassi di quelli ufficiali, come si confaceva ad un’opera di beneficenza. Questa notizia, riferita dal de Ambrosio, è attendibile, in quanto sul più antico dei libri mastri del Monte, già nel 1764, sta annotato che si riceve soltanto una misura in più per tomolo “secondo le Leggi di Mons. Pallante”.
IL MONTE FRUMENTARIO
LA DIOCESI