Le sentenze in-civili
sanseveropuntoit, 13 Aprile 2018
Devo confessare che in questa solitudine mi sono sentito più volte un eroe impossibile, un perdente totale, una vittima sacrificale addirittura ma, proprio per gli effetti esaltanti di questa emarginazione, con l’ambigua mistura dell’esperienza vissuta da un uomo disperso in un infinito deserto o da un alpinista solitario che ha raggiunto la vetta del mondo. Solitudine tanto assoluta, incredibile, da racconto fantascientifico che una tizia ebbe modo, in quei giorni, di dirmi al telefono: “Ma è una storia kafkiana! Ma perché ti hanno preso di mira a questo modo?” Ho risposto, scherzando: Perché io sono Gregor Samsa! Ma lei, prima non ha sentito, poi non ha capito, infine ha ammesso di non aver mai letto le Metamorfosi di Kafka.
Dopo questa lunga compagnia, attribuisco troppa intelligenza al mio attento e unico lettore per dubitare della sua capacità di cogliere appieno i fatti in causa, avendogli fornito - attraverso il mio riassunto e il racconto dei contatti avuti con i miei avvocati, nonché con la cognizione della lettera aperta al sindaco spergiuro - tutti gli elementi utili a rendergli possibile una valutazione al meglio delle due sentenze che, citate più volte, sottopongo solo adesso alla sua attenzione. Come direbbe l’avvocato di Foggia, «E’ questo il momento!» Auguro, quindi, buon divertimento al mio razionale e logico lettore e lo sfido, prima di leggere le note da me approntate nello scorso dicembre, al gioco di individuare le incongruenze, le illogicità e le contraddizioni insite in ciascuna delle sentenze e quelle che emergono nel confronto tra le stesse in modo da rendersi consapevole dell’infamia commessa da questi due giudici caproni .
FAX-SIMILE di RICORSO PER CASSAZIONE (Brogliaccio delle note inviate ai miei avvocati) Nota alle note Pensavo di poter riportare agevolmente, con un semplice “copia e incolla”, le note da me compilate nel mese di dicembre. Mi son reso conto, tuttavia, di non poter abusare della attenzione del mio paziente lettore proponendo il testo così com’era nell’invio fattone ai due avvocati, per cui mi sono indotto ad eliminare alcune ripetizioni e ridondanze, quelle, almeno, di cui mi sono reso conto, e ad apportare diverse correzioni necessarie per agevolarne la comprensione, riducendo di molto il testo con il taglio di riferimenti e valutazioni non sufficientemente sviluppate. Tenga, inoltre, conto il mio indulgente lettore - qualora voglia dare anche solo uno sguardo alle seguenti pagine, se non inoltrarsi nella loro lettura - delle particolari condizioni di stress e di pressione in cui sono state stilate queste note; affastellate, man mano che andavo approfondendo la lettura delle sentenze sull’argomento, al solo scopo di evidenziare ai miei avvocati gli spunti che giustificassero un ricorso.
[ N.d.R. del 26 aprile 2019 - [Nonostante i tagli a suo tempo effettuati, avevo pensato nel corso di questa revisione di omettere le cinque pagine in cui si estendeva questo brogliaccio facendone solo un riassunto. La difficoltà di tale operazione mi ha indotto, però, a desistervi e ho deciso, pertanto, di mantenerle convertendole, così come erano e senza rivederle, in un file pdf in modo da lasciare a me stesso memoria di quella fatica e futura testimonianza, per chi voglia eventualmente farne lettura, della fondatezza e delle ragioni giustificanti un ricorso per Cassazione, ovvero della mia presunzione, in contrasto con l’opinione dei due avvocati che se ne sono rifiutati.]
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Giovannantonio Macchiarola
Capitolo settimo