L’Ufficiochenonc’era
IL GATTO CON GLI STIVALI
Poi,
un
giorno,
accompagnandomi
con
Cologno
dalla
piazza
Municipio
verso
il
Teatro
comunale
e
discorrendo
delle
prospettive
che
si
aprivano
con
la
realizzazione
del
CD-Rom
“San
Severo
2000”,
la
Scuola
di
Pubblica
Amministrazione
e
le
altre
iniziative
possibili,
gli
dissi
all’improvviso: “Voi dovete diventare Direttore Generale!”
“Ma
che
dici!?”
mi
rispose
con
quella
frase
che
era
diventata
proverbiale,
tanto
da
essere
spesso
ripetuta
dagli
altri,
con
quel
forte
accento
calcato
sulla
‘di’
iniziale
e
che
per
il
suo
tono
ironico
si
adattava
ad
ogni
situazione,
sempre
suscitando
ilarità
nella
combriccola
di
dipendenti
che
gli
si
accodavano
per
il
caffè
mattutino
e
che
vedevo
passare
davanti
all’ampia vetrina del mio ufficio.
“E
non
solo!”
gli
aggiunsi,
all’altezza
della
lapide
commemorativa
dell’eroico
valore
del
capitano
Giuseppe
Piccoli
e
dei
suoi
militi,
“Vi
dovete presentare alle prossime elezioni politiche!”.
“Ma che dici!?” mi rispose ancora.
Gli
delineai
il
quadro
della
situazione
e
cioè
che
Vittorio
non
sarebbe
stato
rieletto
dopo
l’abbandono
di
Forza
Italia
e
che
c’era
quindi
un
posto
libero…
e
tutte
le
iniziative
dell’URP,
mentre
aumentavano
il
prestigio
del
Comune
accrescevano
anche
il
suo…
e
che
la
SPAS
era
una
occasione
di
visibilità
ulteriore
a
livello
provinciale…
oltre
alla
possibilità
di
un
accordo
con
quella
società
telefonica
e
a
quant’altro
avessi
ulteriormente
dato
avvio…
e
che
l’esigenza
della
nomina
di
un
Direttore
Generale
era
nell’aria
specie
dopo
quell’articolo
pubblicato
su
un
giornale
locale…
e
che
una
tale
nomina
era
in
linea
con
la
legislazione
più
recente
di
cui
gli
URP
erano
espressione
per
cui…
prima
Direttore
Generale
e
poi
puntare
alla
elezione…
e
via
dicendo,
chiudendo
alla
fine:
“Però
mi
dovete
promettere
una
cosa!
Che
quando
sarete
senatore
mi
dovete
prendere
come segretario. Solo per sei mesi, se avete in mente un’altra persona”.
Confesso
che
mi
sentivo
come
il
Gatto
con
gli
Stivali
e,
in
ogni
caso,
mi
sembrava
giusto
e
più
che
naturale
ridondargli
il
successo
che
la
sua
disponibilità
aveva
dato
al
mio
Ufficio
e
alle
iniziative
di
cui
ero
fiero.
Certo,
non
sarei
stato
io
quello
in
grado
di
imporre
o
stabilire
la
sua
nomina
a
Direttore
Generale
ma
già
quella
prospettiva
ventilata
andava
ad
infrangere
il
muro
dell’impossibile
che
lui
aveva
rappresentato
con
quel: “Ma che dici!?
segue…
Capitolo SETTIMO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte seconda