Coca-Cola da URP di Giovannantonio Macchiarola Dopo una giornata di lavoro, non si desidera che tornare a casa, mettersi in pantofole davanti al televisore e, disposto a qualsiasi insulsaggine, lasciarsi andare. Così, domenica scorsa, quando, chiudendo l'ufficio ben oltre le dieci di sera, già assaporavo il piacere di allungare le gambe, rilassato sul divano di casa, una sigaretta in una mano ed un bicchiere... Già, di che cosa? Fermo al semaforo eterno all'incrocio di Viale Due Giugno, rimuginavo che a casa non avevo altro da bere che acqua minerale per cui, ebbi tutto il tempo, prima che venisse il verde, di vedermi già fermo al forno di Via Carmicelli dove, in casi disperati, anche dopo la chiusura dei negozi, era possibile trovare una bottiglia di Coca Cola. La deviazione, purtroppo, non conseguì l'obiettivo agognato, visto che il forno era chiuso, per cui, mentre manovravo per tornare indietro, feci un rapido inventario delle possibilità che mi rimanevano. Mi rimisi sulla Via D'Alfonso e, dopo aver girato con l'auto alla rotonda, mi fermai davanti alla pizzeria di fronte all'ufficio postale. "Avete la Coca-Cola in bottiglia? Quella grande, da un litro e mezzo?" "Mi dispiace, ma l'ultima l'abbiamo venduta stasera". Tornai in auto già pensando che mi sarei dovuto accontentare di un tè, magari con zucchero abbondante, per accompagnare il mio rilassarmi sul divano. Poi, mentre già ero in moto, mi sorpresi a riflettere sulla inusitata gentilezza del gestore della pizzeria che aveva, al contrario di altre volte, avuto la cortesia di precisarmi la circostanza che mi aveva deluso mentre altre volte si era limitato a deludere le mie aspettative con un secco "non ne abbiamo" senza sorrisi. Arrendersi avrebbe significato avvilire il mio ritorno a casa senza alcuna ricompensa per quella particolare giornata che, certamente, meritava un brindisi per chiudersi in bellezza. Cominciai, perciò, a perlustrare nel mio cervello la pianta di San Severo per scoprire un qualsiasi posto dove potesse nascondersi una bottiglia di Coca-Cola non venduta. Non mi andava, tra l'altro, di girare a vuoto ancora a lungo, a costo di fermarmi in un qualsiasi bar per comprare una lattina... Venni colto da una subitanea speranza. Mi voltai a sinistra lungo Via D'Alfonso e, per evitare l'eternità del rosso, mi girai a destra, sul Viale Due Giugno, prima del semaforo. Quando arrivai in Piazza Cavallotti mi fermai in coda ad una lunga fila di auto che attendeva pazientemente di girare a destra verso il Viale della Villa. Ma la mia impazienza da 'coca-colainomane' non mi consentiva altri indugi, timoroso che un'ultima bottiglia scomparisse dalla pizzeria che si trovava, oramai, solo venti metri più avanti, a sinistra. Fatto, pertanto, un sorpasso azzardato, mi incuneai tra un'auto parcheggiata sul lato destro del primo incrocio a sinistra e, poiché, per la fretta, la manovra non era riuscita un granché, lasciai le luci accese, la freccia di sinistra inserita, e chiusa frettolosamente la portiera mi avviai trionfante verso la calda e gialla luce di quella speranza. segue…
Capitolo SESTO L’UFFICIO CHE NON C’ERA
La musica del sito sanseveropuntoit, 12 maggio 2023 continua
Un racconto da URP!