27 gennaio 1986
LETTERA APERTA
ai Consiglieri Comunali.
2.1
-
Tale
lettera
aperta
non
suscitò
alcuna
reazione
e
passò
nel
silenzio
sia
dei
sindacati
sia
dell'Amministrazione
che
continuò
ad
ignorare
il
problema
finché
con
comunicazione
dell'11
giugno
1984
(dopo
aver
curato
l'elaborazione
degli
stipendi
anche
per
il
mese
di
maggio
per
dar
tempo
all'Amministrazione
di
trovare
una
soluzione
al
problema
che
si
era
inventato),
il
sottoscritto
si
rifiutò
in
via
definitiva
di
sottostare
all'astrusa
disposizione
in
quanto
lesiva
della
propria
professionalità
e
dignità personale.
2.2
-
Ciò
faceva
scattare
un
meccanismo
di
ritorsione
il
cui
primo
atto
furono
due
note
del
Sindaco,
prot.
n.
15649
e
prot.
n.
15718
in
data
12
giugno
1984
con
le
quali,
per
i
giudizi
espressi
nella
lettera
aperta
inviata
due
mesi
prima
ai
dipendenti
comunali
e
alle
Organizzazioni
Sindacali
Aziendali
(O.S.A.),
il
sottoscritto
veniva
imputato
di
"insubordinazione",
"pubblico
atto
di
insubordinazione"
e
"diffamazione
del
Comune"
instaurando
nei
suoi
confronti
apposito
procedimento
disciplinare.
2.3
-
Nello
stesso
tempo
si
utilizzava
il
Capo
Ufficio
Tributi
per
una
serie
di
iniziative
contro
la
persona
dello
scrivente,
portate
a
segno
con
tre
rapporti
informativi
del
15
giugno
1984,
del
23
giugno
1984,
e
del
27
giugno
1984
e
acquisendo
tali
falsi
in
atto
pubblico
nel
fascicolo
personale
senza
che
il
sottoscritto
ne
ricevesse
addebito
o
comunicazione
anche
verbale
(
in
barba
ancora
una
volta
al
regolamento
comunale
-
art.18)
per
poterli
poi
utilizzare,
come
poi
in
effetti si tentò di fare, nel corso del procedimento disciplinare.
3.-
Successivamente,
al
ritorno
dalle
ferie
godute
nel
mese
di
luglio,
con
ordine
di
servizio
del
1°
agosto
1984,
prot.
n.
19805,
il
sottoscritto
fu
trasferito
(in
virtù
di
improrogabili
esigenze
di
servizio
sconosciute
allo
stesso
Ragioniere
Capo
e
difatti
non
sussistenti)
presso
l'ufficio
di
Ragioneria
dove,
risultando
in
soprannumero,
fu
adibito da allora in poi a mansioni meramente esecutive o all'inattività.
4.-
Iniziato
il
procedimento
disciplinare
nei
confronti
dello
scrivente
in
data
20
settembre
1984,
lo
stesso
si
protrasse
nella
seduta
del
5
ottobre
1984
e
si
concluse,
con
la
più
ampia
formula
di
inconsapevolezza
in
quanto
gli
addebiti
elevati
furono
riconosciuti
insussistenti
e
il
sottoscritto
prosciolto
per
non
aver
commesso
il
fatto,
con la seduta della Commissione di Disciplina del 16 ottobre 1984.
5
-
Ma,
poiché
le
condizioni
lavorative
già
lamentate
non
cessarono
a
seguito
della
"assoluzione"
bensì
peggiorarono,
con
lettera
del
1°
Dicembre
1984,
indirizzata
al
Sindaco
e
alle
Organizzazioni
Sindacali
Aziendali
(OO.SS.AA.)
il
sottoscritto
rendeva
partecipi
anche
i
Consiglieri
Comunali
degli
abusi
fin
lì
perpetrati
a
suo
danno
denunciando
le
illegalità
e
il
degrado
civile
e
morale
in
cui
era
condizionato
a vivere il personale dipendente.
5.1
-
Infatti
con
delibera
del
22
novembre
1984,
n.
1716,
di
cui
il
sottoscritto
prendeva
visione
all'albo
pretorio
il
6
dicembre
1984,
la
Giunta
Comunale,
avendo
accertata
"la
regolarità
del
procedimento
disciplinare"
e
dopo
aver
preso
atto
che
dalla
Commissione
di
disciplina
"non
erano
state
proposte
sanzioni
disciplinari",
riteneva
di
dover
infliggere
la
sospensione
dal
servizio
e
dalla
retribuzione
per
la
durata di 10 giorni a far tempo dal 2 gennaio 1985.
5.2
-
Nella
stessa
data
del
6
dicembre
1984
veniva
presentata
al
Sindaco
una
lettera
a
firma
di
99
(novantanove)
dipendenti
comunali
con
la
quale
si
esprimeva
solidarietà
per
il
dipendente
immotivatamente
punito
e
rammarico
per
l'incertezza
del diritto che tale precedente andava a instaurare.
5.3
-
Prendeva
così
avvio
una
ulteriore
ritorsione
che
si
concretizzava
in
una
contestazione
di
addebito
del
10
dicembre
1984,
prot.
n.
30584
e
l'avvio
di
un
nuovo
procedimento
disciplinare
per
aver,
invitando
i
Consiglieri
Comunali
a
prendere
coscienza
di
quanto
stava
accadendo,
parlato
di
"abusi"
e
di
"mancanza
di
rispetto per la personalità dei dipendenti".
Segue…
… segue