28 dicembre 1984 Al Sindaco e p.c. All'Assessore al Personale Al Segretario Generale Il riferimento alla contestazione di addebito a firma del Sindaco datata 10.12.84, prot. n. 30584 con la quale mi si avverte che un nuovo procedimento disciplinare sta per essere intentato contro la mia persona per aver compiuto un atto di diffamazione nei confronti dell'Amministrazione comunale con considerazione e giudizi ritenuti gratuiti e oltraggiosi, occorre prioritariamente sottolineare la manifesta infondatezza dell'accusa di aver distribuito la lettera a mia firma rivolta al Sindaco, all'Assessore al personale, al Segretario Generale, ai Consiglieri Comunali e alle OO.SS. locali e provinciali durante le ore di servizio. Essendo ciò manifestamente falso e infondato, del che chiedo che si tenga il debito conto, non resta che constatare il bisogno che ha codesta Amministrazione di ricorrere a simili e ingiustificabili mezzi per attuare fini deontologicamente discutibili in quanto rivolti a procurare un danno economico alla mia persona in aggiunta a quelli morali già perpetrati lasciandomi vivacchiare, nel corso di questo anno, nella inazione quotidiana e nel lavoro raccogliticcio ed episodico, a sberleffo della qualifica posseduta e del livello di retribuzione in godimento, creandomi una situazione interpersonale insostenibile che non fa, addirittura, temere che azioni aggressive, esecrabili non solo sul piano civile e portate a mio danno, possano essere, se non condannate, quantomeno riprovate. Per quanto riguarda, infine, l'accusa di diffamazione non mi resta che respingerla nel modo più assoluto quale pura illazione, così come ha fatto la Commissione di Disciplina nel procedimento che si è da poco concluso, poiché non la comprendo è valso a chiarirla il dibattimento così come si è svolto tra i membri della Commissione, alcuni nella loro doppia veste di Amministratori lesi. Poiché l'averla poco chiarita ha consentito che una successiva delibera di Giunta decidesse immotivatamente di dare esecuzione ad una condanna mai pronunciata, non posso far altro che attendere la formalizzazione, nel luogo opportuno, delle accuse che mi si rivolgono per aver l'agio di discolparmene, senza ritrattare considerazioni e giudizi espressi, attraverso il chiarimento della "colpa" che mi si addebita. Giovannantonio Macchiarola
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