UNA POSTILLA AL CAPITOLO QUARTO di LE STRAORDINARIE AVVENTURE DI UN IMPIEGATO NEL COMUNE DELLE BANANAS Alla fine del suo mandato come Sindaco, ho avuto più volte occasioni di incontrare e di interloquire con Michele Cologno che, oramai spogliato della sua carica, sembrava essere tornato il “Lilino” di sempre, quello che già conoscevo prima di quel ruolo. Tra i tanti, me ne vengono in mente tre che, ritenendoli per diversi aspetti significativi, meritano di essere tenuti in conto. Ho un preciso ricordo di lui quando, in occasione della tornata elettorale del 1987, il primo giorno di quella elezione, si accodò in maniera del tutto amichevole ed empatica a me e a Paolo Sanitate mentre andavamo a bere un aperitivo al Bar Sica in Piazza Municipio. Confesso di avere avuto una certa malizia nel proporgli, dopo che aveva ordinato un analcolico, di tenerci invece compagnia con la richiesta di un Negroni guarnito di tutti gli stuzzichini che Giovanni, il proprietario del bar, era solito approntare a contorno. L’idea era di farlo ubriacare ma, dopo che ebbe sorseggiato meno di un quarto di quella bibita, mi pentii della premeditata cattiveria a cui lui si era sottoposto con la semplicità di chi vuol mostrarsi disponibile e solidale compare in bisboccia. “Forse era meglio se prendevi un analcolico” gli dissi. “Ma no” disse lui. “Non è male, anche se lo trovo molto forte”. Non sono e non ero una persona vendicativa e, per rimediare, gli tolsi il bicchiere di mano e lo versai quasi tutto nel mio bicchiere dimezzato. “Ma no” disse lui. “Che fai?” “È meglio che non lo bevi tutto. È troppo forte per te” e aggiunsi, rivolgendomi al barista “Giovanni! Allungalo con un po’ di spumante!” Anche se incompiuta, la pagai subito la mia colpa per quella cattiveria meditata in quanto quella doppia dose, una volta a casa, mi fece dormire tanto da far saltare, essendo di staffetta per conto del Comune, l’apertura all’orario stabilito di un seggio elettorale. Fu in quella occasione che non sapendo come discolparmi al suo severo rimprovero, firmai a Vittorio Mundi un foglio di dimissioni con la data in bianco per la vergogna di quel procurato disservizio. Un altro incontro lo colloco dopo il 1996 quando mi trovavo in segreteria e Carmine Tantimonaco, il Segretario Generale del Comune, aveva consolidato la mia funzione di Programmatore CED con la cura affidatami della gestione al computer delle delibere di Giunta. Ricordo perfettamente la mia ironia nell’incontrarlo casualmente in piazza della Repubblica e facemmo insieme un tratto di strada. “Ah! Lilì, l’hai saputa la notizia?” “Che notizia?” “Ma come? Ne hanno parlato tutti gli organi di stampa e l’hanno data anche al Telegiornale!” “Che cosa?” mi chiese del tutto incuriosito. “Che mi è stata pienamente riconosciuta la mia qualifica di Programmatore CED e che ora gestisco col computer tutte le delibere del Comune!” Non ho memoria della sua reazione, troppo enfatico e pieno di me ero al momento per poter farci caso.
Capitolo QUARTO UNA POSTILLA
La musica del sito sanseveropuntoit 6 giugno 2022
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