PROGRAMMATORE CED PRESSO L’UFFICIO DEL PERSONALE
Del
mio
ritorno
all’Ufficio
di
ragioneria
avvenuto
nel
1982
con
il
compito,
quale
Programmatore
CED,
di
provvedere
alla
predisposizione
degli
emolumenti
mensili
del
personale
non
ho
alcuna
cosa
importante
da
riportare,
almeno nel primo periodo.
Con
lo
stesso
Ragioniere
Capo
non
avevo
alcun
contatto
specifico.
Non
mi
ero
arreso
a
chiamarlo
“dottore”
ed
evitavo
di
chiamarlo
direttamente
“ragioniere”
e
se
vi
ero
costretto
lo
facevo,in
un
qualche
modo,
in
maniera
indiretta,
per
esempio,
con
un
giro
di
frasi
per
cui
le
parole
“Ragioniere
Capo”
erano
un
riferimento
alla
qualifica
posseduta,
al
ruolo
rivestito,
astraendomi
da
un
riferimento diretto o da una relazione personale.
Ricordo
addirittura
che
al
termine
di
una
cena
“fuori
porta”,
alla
quale
periodicamente
invitava
a
partecipare
tutto
il
personale
dell’Ufficio,
mi
ritrovai
al
ritorno,
unico
passeggero,
nella
sua
macchina
e
lui
mi
fece,
con
mia
meraviglia,
un
lungo
racconto,
con
tutti
i
particolari,
di
una
sua
vicenda
familiare
di
cui
ero
totalmente
all’oscuro.
Ricordo
bene
la
cosa
perché
era
il
1982
e
allora
mia
moglie
era
incinta
e
quel
suo
racconto
servì
ad
innestare
in
me
un’oscura
inquietudine
sui
pericoli
che
potevano
incombere
su
un
evento
felice.
Di
fatto
la
mia
collaborazione
con
Aldo
Cervini,
all’interno
dell’Ufficio
trattamento
economico
del
personale,
mi
teneva
in
qualche
modo
lontano
dal
contatto
con
gli
altri
colleghi
d’ufficio
anche
per
la
spola
che
ero
costretto
a
fare
con
il
Centro
di
elaborazione
del
Comune
di
Torremaggiore.
Il
vecchio
computer
era
stato
sostituito
con
il
nuovo
modello
Ibm,
il
Sistema
34,
e
non
c’era
più
bisogno
di
perforare
le
schede
in
quanto
le
specifiche
ora
erano
direttamente digitate a schermo.
Chiaramente
la
mia
collaborazione
con
Aldo
Cervini
non
si
limitava
solo
a
ricevere
mensilmente
le
variazioni
stipendiali
ma
nell’organizzazione
più
ampia dei compiti finalizzati alla elaborazione dei dati.
Capitolo QUARTO
DALLA RAGIONERIA AI TRIBUTI