Le Poesie del Ticket Questi sonetti, scritti massimamente nel corso degli ultimi mesi del 1990, saranno meglio comprensibili per chi si sarà preso la briga di leggere le comunicazioni riportate nel protocollo dell’Ufficio Esenzione dalla spesa sanitaria. Nulla di speciale, comunque. Versucci da dozzina! Quelle che ancora oggi definirei soltanto “poesie di occasione”! Sulla loro valenza, e pochezza, pesa un riferimento che vi fece Giuseppantonio Tardio, persona degna della massima stima e di cui conservo un’affettuosa memoria, nel raccontarmi, molti anni dopo, come un giorno fosse stato chiamato dal sindaco ad esprimere un giudizio sulla validità o meno di questi versi. Considero una sua delicatezza nei miei confronti il fatto che non sia andato oltre nel suo racconto, tanto da non lasciarmi dubbi sulla risposta che aveva dato a Belmonte. Con questa premessa riporto questi sonetti, così come erano, con la sola eccezione di qualche piccola correzione sopravvenuta nel rileggerli ora. Avendo ritrovato, insieme a questi, anche un acrostico scritto in occasione della elezione a sindaco di Giuseppantonio Belmonte, per quanto questo non sia attinente alla tematica in corso, mi permetto, non avendo altra occasione per renderlo manifesto, di premetterlo alle «poesie del ticket».
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A Giuseppantonio Belmonte, Sindaco Giorno encomiasto, dì unico e raro In cui Giuseppantonio ha coronato Un sogno che per anni ma, sia chiaro, Senza apparir, con calma ha coltivato. E se, da vice, era parco e avaro Per salvare il Bilancio dissestato, Può restare alla storia sempre caro Avendo questo cesso trasformato. Non so se per l’incarico ottenuto Trarrà in futuro occasion d’onore O perché d’un impero decaduto Non ha avuto pietà e, a suo favore, Ideando un connubio mai veduto, Or depone Augusto(lo) imperatore. (20 agosto 1990)
indice sanseveropuntoit 5 aprile 2022 La musica del sito