SENZA FISSA DIMORA.due** FUORI SACCO 5
sanseveropuntoit, 14 novembre 2024
Ma la politica è politica, diceva qualcuno e forse era Croce, se non sbaglio, per cui Ciro Cataneo avrà modo di complimentarsi con l’attuale amministrazione Colangelo per il fatto che lo stesso merito, ovvero la evidente panzana, potrà attribuirla alla nuova amministrazione che persegue, o perseguita, allo stesso modo la difesa dei diritti “sociali e individuali” con la encomiabile postilla che tra gli “individuali” preferisce che siano gli “ultimi” a meritare il privilegio delle lacrime. Oppure aveva ragione Senaldi, l’architetto venuto da Milano, quello che oltre a essere muto, sordo e cieco non ‘sentiva’ neppura la puzza di Novaro tanto da scambiarla per odore, quando mi disse: «Ma, tanto, a te non ti sente nessuno!», come a significare che puoi dire quello che vuoi in un paese di sordi. Avrò modo di ritornare sull’argomento quando riprenderò il racconto di Le Straordinarie Avventure di un impiegato nel Comune delle Bananas . Al momento mi limito a citare quel ‘famoso’ verso: Quando non hai parola, hai la penna! ”. Il problema, con tutte le scimmie di cui di è arricchito questo testo, rimane in quanto ne abbiano considerato gli effetti senza trovare la ragione di come e perché i cittadini di San Severo sono diventati cittadini del cazzo. Occorre, quindi, parlarne apertamente per scoprire le vere ragioni di questo mutamento. In attesa di contributi a questo discorso, mi azzardo a suggerire quel noto detto: « I cittadini si meritano i governanti che hanno eletto » perché sono il loro riflesso. Pertanto, se giochiamo a carte scoperte, si può comprendere come quelli che non vedono, non parlano e non sentono sono, infine, solo cittadini del cazzo. Resta, comunque il problema della totalità del consenso, di questa unanimità che riscontro, di questa avversione totale, di questa assoluta convergenza e di quanto sia ìmpari questo confronto tanto che, una volta, qualcuno che non ha visto « L’invasione degli ultracorpi » mi ha detto: «Se da una parte ci sei tu e, dall’altra, il resto del mondo, è molto semplice risolvere il problema che questa dicotomia rappresenta. Sarà, infatti, più facile, e anche più economico, cambiare una sola persona piuttosto che cambiare tanta gente!» Personalmente, quel Tanto a te non ti sente nessuno di Senaldi continua a turbarmi come allora e ho sempre cercato il motivo di questa unanimità della indifferenza, dell’allontanamento, del rifiuto, della emarginazione, della avversione, che, per i meriti che non mi si disconoscono e di cui sono testimone vivente, rimane senza ragione. Peccato non essere stato destinato all’Anagrafe quando fui assunto al Comune nel millenovecentosettantatre. Avrei potuto avere una più profonda conoscenza di De Girolamo che una memoria ancestrale recuperata in questo ricordarlo, mi suggerisce che si chiamasse Ugo, di nome. Non ne sono sicuro ma ora, dopo aver riportato quell’aneddoto curioso, mi piace pensare che una bianca figura allampanata si aggiri ancora in quello che una volta era il “Camerone” e che, magari solo di notte, quando in piazza non passa nessuno, si affacci ancora a quel balcone e lanci il suo grido esasperato: PO-PO-LO-DIMèRDA!
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I SANSEVERESI
“Mi hanno odiato senza ragione”
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