Amoroso,‘Ninnill’Baldassare,Buccino,ErmannoGabriele, Ravallese… …epotreicontinuare,rinvangandolamemoria,nell’elencodeipiù vecchidipendentichehoconosciutoquando,nel1973,all’etàdi appenaventidueanni,grazieadunaassunzione“politica”,haavuto iniziolamiaattivitàdiimpiegatonelComunediSanSeverovenendo destinato,mentreavreipreferitounacollocazioneinAnagrafe,con mio dispiacere nell’Ufficio di Ragioneria.Fratuttii“vecchi”dipendentihoilparticolarericordodiDE GIROLAMO,forseilpiùanticoditutti,conilqualenonhomai avutoachefareenonrammentodiavermaiparlatoconlui. Un’unicavoltaavvenneuncontattonelCinemaPatruno,quandoal cinemaciandavanotuttienonerainconsuetoilrischiodidover assistereallaproiezionedimezzofilm“inpiedi”inattesache,nel corsodellaproiezioneoppurenell’intervallooallafinedella pellicola,siliberassequalcheposto.Accadeva,pertanto,che all’accendersidellelucisiscatenasseungrantrambustoelacorsaa chi,daunaparteedall’altradellafiladipoltrone,arrivasseprimaa conquistarelapostazione,costringendoglispettatoriintermediad alzarsipernonessereschiacciatidallosfrenatoarrembaggiodegli antagonisti e, poi, per consentire il defluire sommesso dei perdenti. Scene irripetibili, d’altri tempi.L’alternativaeraquelladiindividuareunamicoounapersona conosciutatraquellisedutie,nelbuio,attirarnel’attenzioneecon cenniebisbigliinformarsiseeraprossimaomenolasuauscitadalla salapercui,chiedendoneapiù,sistabilivadoveposizionarsisulla base dell’attesa meno lunga.Inunaoccasionesimile,misorpreseilcennocheDeGirolamomi fece,alzandoduedita,poivolteggiateinuncennocircolare,per segnalarmichetradueminutisisarebbealzatoe,quindi,ditenermi pronto a subentrargli anticipando qualsiasi sprovveduto avversario. DeGirolamoeraalto,magro,forsepotreidireallampanatoequando loincontravoperstrada,alsalutoaggiungevouncennodiinchinocol capoinsegnodellastimachegliriservavo.Unastimacheeradovuta noncertoalpostochemiavevacedutoacinema,madiquantomiera statoraccontatodadiversidipendenti.Ilprimoaparlarmenefu GiuseppantonioTardioedalsuoraccontocompresicheDeGirolamo eratenutodaluiingrandestima,condivisaugualmentedaglialtriche successivamenteebberooccasionediriportarmiquestacircostanza che alcuni chiamarono abitudine e altri vizio.DeGirolamolavoravanelcamerone,ilmodopopolareperindicare l’ufficiodi Anagrafe,eilsuovezzoconsistevanell’alzarsiognitanto dallasuascrivania,anchepiùvoltealgiorno,eaffacciarsialbalcone quasiall’angolotrapiazzadellaRepubblicaepiazzaMunicipio,mani sullaringhieraepiegandosiversolagentechepassava,lanciavail suo grido di disprezzo: “POPOLO DI MERDA!”.Devoaggiungerechetuttiquellichemihannofattotaleracconto ripetevano,conlastessaintonazione,conlostessocrescendoeconlo stessoaccento,quellainvettivacomesequelgiudizio,concludendosi in risata, fosse da loro condiviso. “Po-po-lo-di-Mèrda!” Ilripetersidiquelracconto,conlamedesimacadenzael’egualetono incisivodiquellaapostrofescanditaincrescendo,“Po-po-lo-di-Mèrda!”,rendevanoaquell’aneddotolacaratteristicadelmitodicui ciascunosirendevainterpretefacendosi,alcontempo,arteficediun giudizio che non fosse a loro ascrivibile.“Ma come?” dicevo io “E, perché?”.NonhomairicevutorispostaaquestadomandanédaTardionéda altrichemihannoripetutoneltempoilraccontodiquestoaneddoto curioso,riportato,comunque,datutticonunailaritàrispettosachemi facevaintenderecomeDeGirolamofosseundipendentedeltutto degnodiconsiderazioneeilpiù“anziano”delcomune.Non passarono,infatti,moltimesidallamiapresadiservizioalsuo pensionamento di vecchiaia.