Chiaramente il mio esposto/denuncia non ebbe alcun riscontro, a dimostrazione che il Ministero dell’Interno e tutti gli altri uffici destinatari, compreso il Prefetto della provincia di Foggia, disconosco gli obblighi che fanno capo alla pubblica amministrazione per effetto della Legge 241/90; assonanza di cui, a disonore dei citati, la Fanelli Lorella e il Tartufone di Capitanata possono pregiarsi. Ne voglio attribuire a me stesso la colpa, per non averla espressamente richiamata in calce alla mio esposto perché, a quanto pare, la mancata invocazione della Legge non merita riscontro da parte degli organi di Stato in difformità da quando accade nel comune delle Bananas che, invece, non risponde neppure quando viene citata. Lo stesso mi è già accaduto con il Dis-Ordine dei medici di Foggia e il Dis-Ordine degli avvocati di Lecce e, cosa più incredibile ma vera, con la Procura della Repubblica di Foggia che, insieme alle mie denunce, «infognava» i reati del Comune delle Bananas per non aver espressamente indicato, per mia ignoranza, la «formula» prescritta per essere avvisato della loro «ignoranza» dei reati penali denunciati. Ma, se la mancanza di riscontro da parte del Ministero dell’interno e della Prefettura aveva solo frustrato una mia fiduciosa aspettativa, oltremodo deludente, sconfortante e micidiale fu, invece la decisione del Tribunale civile di Bari che, dopo più sedute e rinvii, con decisione assunta in data 5 dicembre 2023 ha rigettato il ricorso e il mio buon diritto e, confermando come legale l’illecito comportamento subìto, mi condannava alla soccombenza e, per di più, al pagamento delle spese processuali nella misura di 1.635,20 euro, oltre accessori, a favore del Comune. Evito qui di riportare il mio personale commento su tale sentenza per il quale rimando alla mia ultima lettera, inviata in data 8 settembre 2024 alla signora Fanelli e per la opportuna conoscenza, alla Nuova Amministrazione comunale. A quanto ho già scritto posso solo aggiungere, al momento, l’invito a leggere con attenzione la sentenza di rigetto della mia «comunicazione di domicilio» per cogliere tutte le ‘castronerie’, le ‘illogicità’ e le contraddizioni che vi sono contenute, evincibili anche a chi non avesse alcuna contezza della materia; tali da far seriamente sospettare di una ingerenza e una pressione politica sul giudizio. Non starò neppure a sottolineare l’opinione che, sulla base della mia esperienza, come esposta ampiamente in altre pagine di questo sito, mi sono formato sulla Magistratura italiana e che ho compiutamente espressa, in maniera inequivocabile in una lettera inviata tempo fa al Presidente della Repubblica e rintracciabile su questo sito. ( https://www.sansevero/fuorisacco03) Ma se non ho motivi sufficienti per esprimere la mia fiducia - come è abituale costume dei tanti politici nostrani quando vengono indagati - nei confronti delle procure della Repubblica e della Magistratura per indizi sospetti di segrete collusioni con il potere politico, non per questo smetterò di credere nella Giustizia e, quand’anche fosse elusa quella umana, di riporre speranza in una Giustizia non mondana. Confortato, inoltre, dal mio avvocato, antico compagno di scuola e persona che ha saputo sostenermi e restituirmi fiducia nel momento in cui la mia certezza ha vacillato, ho ritenuto necessario ma, ancor più, doveroso, procedere nel sostenere i miei diritti di persona e di soggetto detentore di prerogative costituzionalmente garantite. Tutto ciò si è tradotto nella decisione di proporre ricorso contro la sentenza di primo grado, presentato dal mio avvocato alla Corte di Appello di Bari in data 14 dicembre 2023 , dopo solo pochi giorni dalla notifica, avvenuta il 7 dicembre 2023, del provvedimento che mi incolpava dei miei diritti .
FUORI SACCO 4   SENZA FISSA DIMORA
sanseveropuntoit, 21 settembre 2024
LA RAGNATELA DEL POTERE (1/2)