Infatti, signor Presidente, dopo venti anni non ho ancora avuto giustizia per il danno inferto alla mia persona, ai miei diritti, alla mia attività di pubblico dipendente, alla professionalità acquisita e alle mie attese di avanzamento professionale come i miei meriti contemplavano, dovendo nel frattempo assistere alla cancellazione del mio Ufficio e, addirittura, al mio stesso depennamento dalla Dotazione Organica tanto da essere costretto, nel gennaio del 2008, ad anticipare la pensione per sfuggire da quella prigione senza sbarre, dove angariato, diffamato, calpestato e umiliato, ho dovuto subire l’ostracismo imposto ai miei colleghi, l’insolente sicumera del potere, l’omertosa indifferenza dei magistrati per ritrovarmi, dopo venti anni dico, ancora costretto alle lungaggini di una azione civile di risarcimento la cui prossima udienza, in mancanza delle calende greche, è stata rinviata, per ora, al mese di ottobre del 2023 , con la probabile certezza, data la territorialità giurisdizionale, di trovarmi di fronte un giudice altrettanto compromesso. Lei, signor Presidente, alla inaugurazione dei corsi della Scuola Superiore della Magistratura tenutasi il 24/02/2015 ha affermato che il nostro ordinamento esige che il magistrato sappia coniugare equità ed imparzialità, fornendo una risposta di giustizia tempestiva per essere efficace, assicurando effettività e qualità della giurisdizione e come al magistrato si richieda una costante tensione culturale… che si nutre anche di una profonda consapevolezza morale della terzietà della funzione giurisdizionale ”; e, all'incontro con i Magistrati Ordinari in Tirocinio del 09/03/2015 affermav a che il compito del magistrato è quello di assicurare l'osservanza della legalità democratica e il rispetto dei diritti e delle libertà individual i per venire incontro alle aspettative sempre più esigenti dei cittadini che chiedono a   ciascuno dei magistrati di rendere concreto, in tempi rapidi, il fondamentale diritto costituzionale alla giustizia, ossia al riconoscimento dei propri diritti .” Sappia, comunque, signor Presidente che queste sue parole restano le sole capaci di offrirmi una qualche consolazione in quanto almeno in qualcosa siamo eguali e accomunati, visto che ambedue, e ciascuno a suo modo, credito, ascolto e nessuna attenzione abbiamo ricevuto da parte dei giudici di cui ho fatto i nomi in questa mia rimostranza. Da diversi anni, signor Presidente, ho cercato di dare conto della mia vicenda e degli atti compiuti da quanti, insieme ai giudici che vi hanno indegnamente contribuito, ne sono stati squallidi e sordidi partecipi, denunciandoli e stigmatizzandoli sul sito https://www.sansevero.it pur essendo consapevole del rischio di essere perseguito per diffamazione così da potermene, nel qual caso, difendere in giudizio rappresentando la sussistenza e le ragioni delle valutazioni e dei giudizi formulati su costoro. Di fatto, anche questo mio tentativo di visibilità non ha sortito l’effetto cercato per cui, considerando che Lei, Signor Presidente, potrebbe non avere modo, tempo di leggermi, e temendo che - anche Lei possa non tenere in alcun conto la presente esternazione, questa mia lettera resta aperta alla considerazione di quanti, magari nel tempo, vorranno farne lettura e prenderne consapevolezza. Italia, 14 dicembre 2021
Mittente: Giovannantonio Macchiarola Via F. Pelosi, 16 71016 – San Severo (FG) PEC: giovannantonio_macchiarola@pec.it
CURRICULUM  allegato indietro
… segue: Lettera al Presidente della Repubblica
continua…