Né
sono
servite
le
mie
ulteriori
ventidue
denunce,
tutte
ignorate
e
disattese
dalla
Procura
di
Foggia,
con
le
quali
ho
evidenziato
le
vessazioni
alle
quali
sono
stato
successivamente
sottoposto
dalla
amministrazione
comunale
per
essere
stato
sollevato
dalla
rivestita
funzione
di
Responsabile
URP
e
costretto
a
bighellonare,
per
mia
umiliazione,
in
un
corridoio
e,
pur
in
costanza
degli
emolumenti
stipendiali
,
privato
del
mio
diritto
al
lavoro
senza
alcun
incarico
per
i
sei
anni
successivi
fino
al
pensionamento
anticipato
a
cui
sono
stato
costretto
nel
2008;
senza
avere
qui
il
tempo
di
elencare
le
ulteriori
vessazioni,
illegalità
e
i
singoli
atti
di
persecuzione
e
azioni
diffamatorie
di
cui
sono
stato
vittima
in
quegli
anni
e
tutti
inutilmente
denunciati
in
attesa
di
una
giustizia
dimostratasi
imbelle
e
palesemente
collusa
che
ne
avvallava,
così,
la
prosecuzione.
Solo
grazie
all’intervento,
richiesto
con
note
del
15
maggio
e
del
4
luglio
del
2003
al
Suo
illustre
predecessore
di
allora,
il
Presidente
Carlo
Azeglio
Ciampi
,
la
Procura
di
Foggia
si
è
sentita
obbligata,
nel
successivo
mese
di
settembre,
a
iscrivere
gli
asserviti
e/o
prezzolati
funzionari,
in
uno
con
i
due
medici
disonesti,
nel
registro
degli
indagati
per
i
reati
di
sequestro
di
persona
e
per
gli
altri
gravi
reati
connessi
con
esclusione,
tuttavia,
del
mandante
e
senza
riunificare
le
ulteriori
denunce
presentate
nel
frattempo
e
rimaste
del
tutto
ignorate
al
fine
di
nascondere
l’ampio
e
unico
intento
criminoso
attuato
contro
la
mia
persona
come
protrattosi a far tempo dal 6 giugno 2001.
Una
svolta,
tuttavia,
del
tutto
virtuale
giacché
la
Procura,
nonostante
le
imputazioni
rilevate
per
la
iscrizione
dei
singoli
imputati
nel
registro
degli
indagati,
non
ha
cessato
il
gioco
dei
rinvii
e
delle
indagini
suppletive
senza
che
mai
queste
riguardassero
in
alcun
gli
individuati
colpevoli
o
il
loro
mandante
mentre,
davanti
ai
vari
Gip
succedutisi
nei
seguenti
anni,
il
procuratore
di
turno
continuava
ad
invocare
il
non
doversi
dar
luogo a procedere a carico degli stessi per l’insussistenza del reato.
Solo
il
4
giugno
2006
si
è
addivenuti
all’udienza
preliminare
dove
il
GUP,
dott.
Rita
Pasqualina
Curci
,
ha
ritenuto
di
assolvere
gli
imputati,
tutti
richiedenti
il
rito
abbreviato,
con
una
sentenza
del
tutto
assurda,
irragionevole
e
immotivata
-
che,
per
la
sua
parzialità,
illogicità
e
incoerenza,
si
rappresenta
come
un’onta
indelebile
per
il
giudice
che
l’ha
emessa
e
un
disonore
per
tutta
la
Magistratura
italiana
-,
con
la
quale,
mentre
evitava
ai
colpevoli
un
processo
e,
quindi,
il
rischio
che
un
regolare
dibattimento,
riempiendo
le
lacune
e
ovviando
alle
omissioni
dell’indagine
preliminare,
rendesse
giustizia
alla
verità,
ha
contemporaneamente,
e
di
fatto,
conferito
agli
assolti
una
“eterna”
impunità
da
tutti
i
reati
commessi. (
Sentenza n. 181/06 del 31/5/06
) ,
Resta
qui
da
considerare
che
il
presupposto
apodittico
su
cui
si
è
basata
la
sentenza
è
stato
rinvenuto
dal
giudice
nella
motivazione,
resa
dalla
parte
resistente,
di
una
mia
asserita
dipendenza
alcolica
e/o
di
uno
stato
mentale
disturbato;
circostanza
che
è
rimasta,
viste
le
esplicite
testimonianze
contrarie,
senza
alcun
riscontro
e
rinveniente
solo
dalle
gratuite
asserzioni
degli
imputati
la
cui
inattendibilità
e
falsità
è
stata
ampiamente
riconosciuta
nel
prosieguo
della
vicenda
giudiziaria.
Tale
presupposto
ha,
non
di
meno,
dato
adito
ad
essere
utilizzato
da
parte
di
quei
giudici
disonesti
che
se
ne
sono
successivamente
avvalsi
per
motivare
a
mio
discapito
le
loro
sentenze
ignorando,
nel
contempo,
l’azione
meritoria
e
i
risultati
conseguiti
nella
mia
funzione
di
pubblico
dipendente
e
le
qualità
personali,
mentali
e
intellettuali
che,
nella
rivestita funzione di Responsabile URP, li hanno consentiti.
… segue: Lettera al Presidente della Repubblica