DEMOCRAZIA DALLA TELEVISIONE ALLA REALTÀ Premetto che dal 2019, esattamente dal mese di maggio, ho deciso di non guardare più la televisione, limitando il mio accesso ai media alla radio e, in rare e sporadiche occasioni, a consultare internet per approfondire qualche fatto di cronaca o gli avvicendamenti della politica. Confesso che non è stato facile disintossicarmi da una inveterata e storica abitudine e solo col tempo sono riuscito a superare l’astinenza per la privazione che mi sono imposta nella intervenuta consapevolezza della assurdità di questa dipendenza e di quanto fosse, se non nociva, fuorviante e inutile. Nemmeno la notizia della scoperta di un buco nero di cui si è potuto osservare l’ “orizzonte degli eventi” mi ha fatto desistere da questo impegno, limitando alla sola radio la cognizione di questa osservazione. E neppure la guerra iniziata dalla Federazione Russa contro l’Ucraìna mi ha indotto a desistervi se non per la diatriba sorta in Italia a seguito dell’accusa di “putinismo” a chi la pensa diversamente dalla cosiddetta maggioranza o quella che si spaccia come tale. Per questo motivo, in questi ultimi giorni ho provato a prendere visione di tale controversia attraverso la visione di filmati su Youtube che riportano spezzoni o intere trasmissioni televisive in cui si tratta il tema della guerra in Ucraìna e posso assicurare che il mio interesse non era legato ad una posizione preconcetta ma motivato solo dalla “curiosità” di capire le ragioni delle posizioni diverse. Ho, quindi, consultato diversi canali per trovarmi, infine, a guardare persino Giletti e il suo programma “Non è l’arena” del 5 giugno 2022, postato nei giorni successivi. Dico “persino” in quanto quello fu, tra gli altri, uno dei programmi che mi indusse alla decisione del 2019 di astenermi dalla televisione, in quanto, oltre al comportamento “man- esco” del conduttore nei confronti delle donne intervistate in studio, mi dava estremamente fastidio la capacità del Giletti di fare domande più lunghe, e caoticamente, se non illogicamente, proposte, di quanto si concedesse all’intervistato di turno a cui non veniva dato modo di rispondere grazie a continue interruzioni e al taglio delle argomentazioni conclusive con sovrapposizioni o con la scusa della pubblicità incombente, specie se non in linea con le sue premesse; il tutto con l’unica ansia di un protagonismo fine a se stesso. Quello che più mi ha colpito è stato l’aver constatato la preminenza di un pensiero   unico con rimbalzi penosi tra gli ospiti presenti, a darsi ragione l’un l’altro fino al ridicolo, col rischio di farmi diventare “putiniano” e, di conseguenza, farmi emarginare dal contesto ma sfiderei chiunque a riguardare quello spettacolo deprimente cercando su Youtube “Non è l’arena 05/06/2022” (ovvero “ https://www.youtube.com/watch?v=UPNwA_zAvYA ) e a contestare questo mio giudizio.
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