Ergastolo al russo Vadim L’emblematico confronto tra questi due diversi personaggi e simili “episodi giudiziari” sorge dalla notizia della condanna all’ergastolo che il 23 maggio 2022 il tribunale di Kyev ha inflitto al sergente russo Vadim Shishimarin per crimini di guerra avendo ucciso un civile disarmato, Oleksandr Shelypov , di 62 anni, nella città ucraina di Sumy, dopo quattro giorni dall’inizio dell’invasione russa avvenuta, come tutti ricorderanno, il 24 febbraio 2022. Il giudice Serhii Ahafonov , nonostante il sergente di 21 anni abbia espresso rimorso per la sua azione dopo essersi dichiarato colpevole ed aver collaborato alle indagini, non ha potuto accettare l’affermazione che non era sua intenzione uccidere il civile, che era stato costretto ad eliminare il povero Oleksandr Shelypov, di 62 anni, a seguito dell’ordine ricevuto da un militare di grado più elevato a cui, dopo essersene inizialmente rifiutato, era stato costretto ad obbedire dopo che l’ordine gli era stato ribadito. Che quell’ordine fosse motivato perché, secondo le diverse versioni, il povero Shelypov era testimone del furto di un’auto rubata dai militari russi o per il sospetto che stesse avvisando col telefonino le forze ucraine, resta, poi, del tutto secondario. La notizia in Italia Ho letto la notizia su “La Stampa” e su “Il Riformista” in edizione digitale con i commenti, sul primo quotidiano, che “anche i nazisti a Norimberga ebbero diritto ad avvocati e testimoni” mentre sul secondo, si è parlato di “pena diabolica” contro questo “soldato bambino”. Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista ha dichiarato che anche in periodo di guerra si ha diritto ad un processo vero e serio in quanto “quel ragazzino” non può rispondere per i generali russi per Putin, definendo, infine, quella condanna come una forma di vendetta e di propaganda in quanto “il diritto cerca responsabilità individuali ” (?) Tutto questo ha suscitato il mio più vivo interesse per un’analoga storia che mi ha riguardato personalmente. È, come si dice, una “vexata quaestio” se il sottoposto che eseguendo un ordine commette un reato sia da ritenersi innocente o sia imputabile dell’azione personalmente commessa. Il giudice Serhii Ahafonov del Tribunale di Kyev, non avendo alcun dubbio sulla questione dibattuta, ha stabilito la colpevolezza del sergente russo e “ragazzino” tanto da comminargli l’ergastolo. La legge in Italia Per fortuna noi siamo in Italia e non nel corso di una guerra in Ucraina ed essendo un paese civile che ama definirsi “Patria del Diritto” abbiamo l’ articolo 51 del Codice Penale che stabilisce che l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la punibilità per cui se il “sergente ragazzino” si fosse trovato a commettere l’azione di uccidere un possibile, o solo temuto, avversario nella nostra Patria del Diritto, avendo ubbidito a un “ordine legittimo della pubblica autorità” o, nel caso, a un dovere imposto da una norma giuridica (configurabile in quella che stabilisce che un soldato in guerra deve uccidere l’avversario) il povero Vadim Shishimarin sarebbe stato assolto senza nemmeno un’istruttoria e rimandato a casa senza ulteriore indagine e con tante scuse.
FUORI SACCO di https://www.SANSEVERO.IT
sanseveropuntoit 21 giugno 2022
continua Foto prelevata da ILRIFORMISTA.IT Foto prelevata da LASTAMPA.IT FUORISACCO… Ciro  1/5
modificato e ampliato il 28.6.2022