sanseveropuntoit, 8 marzo 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
La musica del sito
Il culto della Madonna nel 1600 Sembra che questi religiosi abbiano diffuso in tutta la Sicilia prima e in altre regioni dell'Italia poi, il culto per la Vergine del Soccorso, spingendosi fino alle regioni più settentrionali. La città di Castelluccio, in provincia di Potenza, ha come patrona la Madonna del Soccorso e in molti paesi della Sicilia vi sono chiese dedicate alla Madonna del Soccorso ed anche qui ricorre la frase “Nigra sed formosa”. Approfondimento Oltre che a San Severo, i santuari mariani dedicati alla Madonna del Soccorso si trovano anche nelle seguenti città: Castellammare (Trapani) Cori (Latina) Bologna Bussolengo (Verona) Lamezia Terme (Catanzaro) L’Aquila Marciaga (Verona) Montalcino (Siena) Montelanico (Roma) Osuccio (Como) Pietra Ligure (Savona) Pistoia Poggio San Marcello (Ancona) Prato (Livorno) Trecchina (Potenza) Ad Antonio   Lucchino , vissuto verso il 1600 in San Severo, dobbiamo la triste narrazione di un evento catastrofico che colpì San Severo il Venerdì 30 1uglio 1627, un terremoto, da lui ampiamente descritto, che rase al suolo quasi completamente la nostra città. Approfondimento “Per alcuni affari mi portai in un orto di rincontro la Chiesa delle Grazie. Giunta l'ora fatale, sedici del giorno, si senti muggire la terra a guisa di fragorosissimo tuono, di cui non se ne può dare comparazione, perché, ripercuotendo potentemente l’udito, ottenebrava la mente ed offuscava la ragione. In un subito si vide ondeggiare la terra, a guisa di mare in burrasca, in maniera che io ed i miei compagni fummo da quell'impeto sbattuti di faccia a terra; e sollevandoci con veemenza per tre volte di seguito, ci sembrò cadere dal vertice di una collina. Questa scossa orribile, venuta dall'est rovinò in un baleno la città, e i nostri occhi furono spettatori della rovina della Chiesa delle Grazie. Cosi sbigottiti, stupefatti, ed o1tremodo atterriti, ci avviammo con piè sollecito verso la città per soccorrere parenti, amici e cittadini... Vedevasi da lontano la città adombrata e ricoperta da densissima caligine di polvere, la quale alzandosi in aria riverberata dal sole, sembrava fosse avvolta da vortici di fiamme di fuoco... Arrivati sul luogo fatale udimmo voci lamentevoli e strazianti, vedemmo la mesta gente uscir dall'abitato, impolverata, contusa, lacera, fratturata, pestata da sembrar ammassi di polvere che forme umane, e scaturendo dalle ferite rivi di sangue che solcava quella polvere... Si vedevano altri trasportar corpi morti, semivivi, storpiati per menarli nell’aperta campagna, in mezzo a pianti e strida strazianti... Molti altri morirono per non aver avuto presto soccorso, altri ancora ne recise il secondo terremoto che segui dopo un quarto d’ora!”. Sempre da questa descrizione sappiamo che del Monastero di San Agostino caddero tutti i dormitorii e pure il campanile, ma le campane rimasero intatte, e della Chiesa del Soccorso, che era fatta tutta di mattoni, cadde il tetto solo, mentre i muri rimasero in piedi, e non mori alcuna persona per la caduta del tetto. La statua della Vergine del Soccorso rimase intatta. I padri Agostiniani, scampati alla morte, anche in questa triste circostanza, prestarono la loro opera caritatevole. Nel 1652 il Papa Innocenzo   X con la Bolla "Instaurandae" soppresse tutti i piccoli conventi e con questi anche il nostro piccolo convento dei Padri Agostiniani, i quali, andando via, dovettero lasciare qui tutto quello che avevano portato, anche la statua della Vergine del Soccorso. Restò però la Confraternita del Crocifisso. Il culto per la Madonna del Soccorso non si affievolì. Dopo la dipartita dei Padri Agostiniani, dovettero badare al culto i fedeli e la Confraternita del Crocifisso, fino a quando nel 1680 Mons. Felice De    Matta , Vescovo di San Severo, fece erigere una seconda Confraternita in questa chiesa sotto il titolo della Vergine del Soccorso. Approfondimento I Confratelli durante le processioni indossavano, e indossano tuttora, un saio di tela bianca, una mozzetta di seta celeste, orlata e foderata in rosa, cordone in vita e guanti, scarpe e calze di color bianco. Questa Arciconfraternita contribuì sempre più ad aumentare la devozione per la Vergine del Soccorso, che in tempi di calamità veniva trasportata processionalmente ed esposta in Cattedrale dove si radunava il popolo sanseverese in preghiera prostrato davanti alla sua Celeste Patrona per implorare grazie. Nei tempi di siccità, questo popolo, formato in maggior parte da agricoltori, portava la Madonna del Soccorso in processione di penitenza per invocare la protezione dei campi, e la pioggia.
DIFFUSIONE DEL CULTO DELLA VERGINE DEL SOCCORSO
La chiesa di Sant’Agostino con le adiacenti fabbriche (lettera G) come appare nella pianta del Pacichelli del 1703. (Foto Masselli) Medaglione ricamato in oro su tela, applicato sulle mantelline dei confratelli, risalente alla metà dell’800. Medaglione della Madonna del Soccorso applicato sull’antico gonfalone della Confraternita. (Foto Masselli)