GREGORIO VII (1020-1085)
Ildebrando
di
Soana,
monaco
cluniacense.
Cappellano,
dal
1045,
di
Gregorio
VI,
suo
maestro,
esercitò,
da
allora,
una
determinante
influenza
sui
cinque
pontefici
che
si
succedettero
fino
al
1073,
tutti
impegnati
nel
rinnovamento
della
Chiesa
e
per
il
suo
primato
nei
confronti
del
potere
secolare.
Eletto
papa
nel
1073,
succedendo
ad
Alessandro
II,
si
dedicò
alla
riforma
della
Chiesa
stabilendo
il
celibato
dei
preti
e
la
decadenza
dei
simoniaci
e
dei
concubini.
Con
il
Dictatus
papae
del
1075,
che
affermava
la
supremazia
della
Chiesa
sull’impero,
dette
inizio
alla
lotta
per
le
investiture
per
cui,
alla
fine
dello
stesso
anno,
fu
vittima
di
una
congiura
e,
nel
1076,
un
concilio
di
vescovi
a
Worms
ne
disconobbe
la
elezione.
Ciò
portò
alla
scomunica
di
Enrico
IV
che,
per
far
fronte
alla
coalizione
dei
nobili tedeschi e del rivale Rodolfo di Svevia, nel 1077 fu costretto alla umiliazione di Canossa.
Riproposta,
nel
1080,
la
scomunica
contro
Enrico
IV,
per
sostenerne
l’urto,
stipulò
un
trattato
con
Roberto
il
Guiscardo
a
cui,
già
nel
1075,
aveva
ritirato
la
scomunica
comminatagli
per
la
presa
di
Benevento.
Nel
1083,
Enrico
IV,
sceso
in
Italia
dopo
essersi
liberato
dei
suoi
avversari
interni,
impossessatosi
di
Roma,
lo
costrinse
a
rifugiarsi
a
Castel
Sant’Angelo
e,
nel
1084,
convocato
un
concilio
di
Cardinali, lo fece scomunicare e dichiarare deposto, eleggendo l’antipapa Clemente III.
Chiamatolo
in
suo
soccorso,
venne
liberato
da
Roberto
il
Guiscardo
che,
costretto
Enrico
IV
alla
ritirata,
devastò
e
mise
a
sacco
la
città
per
cui,
nel
giugno
del
1084,
affossato
da
quella
catastrofe
il
suo
legame
con
il
popolo
romano,
si
lasciò
condurre
in
salvo
a
Salerno
dove
morirà
per
malattia
il
25 maggio 1085.
Gli succederà Vittore III.