sanseveropuntoit, 21 febbraio 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
Premessa Gregorio   XIII , al secolo Ugo Boncompagni, Papa ricordato anche per aver riformato il calendario (il calendario   gregoriano a tutt'oggi utilizzato nel mondo), con la bolla ”Pro eccellenti praeminentia” del 9 marzo 1580, decreta la traslazione a San Severo della cattedra episcopale che si trovava da più di mezzo millennio a Civitate, città oramai del tutto desertificata. Novella chiesa cattedrale fu la parrocchiale di Santa Maria della Strada, andata parzialmente distrutta durante il catastrofico terremoto del 30 luglio 1627 che, nello stesso anno in cui terminò la sua ricostruzione, il 1676, venne riconsacrata e posta sotto l’invocazione di Maria SS.ma Assunta in Cielo dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, a quel tempo arcivescovo di Manfredonia, divenuto poi arcivescovo metropolita di Benevento e, infine, eletto papa col nome di Benedetto XIII . Approfondimento La San Severo del Cinquecento conobbe alternamente grandezze e miserie, così che a sue esaltanti conquiste si avvicendarono altrettante rovinose perdite: non le furono risparmiati assedi, pestilenze ed altre calamità naturali. Per contro, divenuta sede vescovile, si liberò automaticamente della sua denominazione di “Terra”, svilente classifica entro la quale, sebbene popolosa e fiorente, fino a quel momento era stata relegata, per assurgere orgogliosamente al rango di “Città”. Entro le sue mura, inoltre, si stanziò gente affluita dai tredici casali che a varia distanza le si ergevano tutt’intorno, casali abbandonati in seguito all'istituzione in Foggia, da parte degli Aragonesi, della “Regia Dogana della mena delle Pecore”, che aveva messo in ginocchio le economie locali. Tale esodo apportò grande espansione urbanistica e demografica, e fu così che San Severo, con i suoi circa 17 mila abitanti (cifra oggi esigua, ma più che considerevole a quel tempo), entrò nel novero delle città più densamente popolate del Meridione d’Italia. Ed anche tra le più splendide: città libera e regia; quattro parrocchie, ognuna con numerose grancie ; tre grandi, magnifici ed opulenti monasteri (dei Celestini, delle Benedettine e dei Francescani Conventuali) ed altri cenobi (degli Agostiniani, dei Francescani Minori e Zoccolanti, delle Clarisse, dei Carrnelitani), tre tribunali (la Regia Maggior Corte, la Corte Vescovile e la Corte Bajulare), bei palazzi nobiliari, numerose piazze, benessere diffuso, campi feraci. Ma, tempo 4 anni, ed il lustro conquistato con la cattedra episcopale e il titolo di “città” è crudelmente infangato dall'onta della schiavitù. Il 30 aprile 1584, infatti, si rende esecutivo l’atto di vendita della Città, ceduta per 82.500 ducati a Gianfrancesco de Sangro, che diviene così signore di San Severo, duca di Torremaggiore e marchese di Castelnuovo. Non più città regia, San Severo, con la libertà, perse anche il tribunale, trasferito a Lucera, e il fior fiore dei suoi figli: nobili, ricchi proprietari terrieri e commercianti che preferirono piuttosto trasmigrare che assoggettarsi a un padrone. Al momento della sua fondazione, la nostra diocesi era composta, oltre a San Severo, da altri due centri abitati soltanto: Torremaggiore (discretamente popolata, con la sola parrocchia di San Nicola; un'altra, quella di Santa Maria della Strada, verrà eretta nel 1593) e l’insignificante borgo di San Paolo. Oltre ad una rendita annua di 1500 fiorini, che garantiva un congruo appannaggio alla mensa vescovile, alla istituenda diocesi furono assegnati confini che includevano, invece, quasi per intero i territori un tempo appartenuti alle diocesi di Civitate, di Dragonara e buona parte di quello che fu di pertinenza della diocesi di Fiorentino, due città, queste ultime, che, al pari della prima, risultavano da lungo tempo derelitte. Approfondimento Soltanto nel XX secolo, oltre a San Severo, Torremaggiore e San Paolo, saranno incorporati nella nostra diocesi prima Lesina e Poggio Imperiale, tolte alla diocesi di Benevento, poi Serracapriola e Chieuti, detenute dai vescovi di Larino, Apricena e Sannicandro Garganico, sottratte alla giurisdizione episcopale di Lucera e, infine, Rignano Garganico, appartenuta alla arcidiocesi di Manfredonia.
LA DIOCESI
LE ORIGINI DELLA DIOCESI DI SAN SEVERO
INDICE La Bolla "Inter gravissimas" del 24 febbraio 1582