sanseveropuntoit, 21 febbraio 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
Pel Governo Francese furono censiti tutti i tenimenti del monastero, ma avevano le monache una tangente per sufficientemente vivere. I registri, e le carte furono tutte rimaste nell’archivio del monastero per Decreto Reale. Alla caduta del Governo Francese le monache riacquistarono le loro possessioni, parte con le buone, e parte con dispendiose liti. Furono favorite anche dal Decreto di Ferdinando l°, pubblicato nel 5 febbraio del 1817 in favore de’ luoghi pii. Dopo d'immense somme spese per fare la causa del riacquisto delle robe censite, danaro che il monastero prese ad interesse, finalmente il monastero si rifece del denaro speso. Si pagarono i debiti, ed ebbero le povere religiose qualche cosa in danaro, per rifornirsi di abiti e biancheria, stante che in tutto il tempo che sostenevano la lite della censuazione, la comunità passava alle monache una sola vivanda, e poco pane di cattiva qualità, senza vestiario o altra cosa, con le doti delle monache che principiarono a farsi dopo un decennio d'inibizione del Governo francese. Con le rendite riacquistate ed amministrate con stretta economia, il monastero riprese l'antico lustro, tanto che nel 1840 per ordine del vescovo de Tomasi si fabbricò il terzo quarto del monastero; però la fabbrica non si fece con quella grandiosità, che si osserva in tutto il resto del monastero, perché si pensò economizzare per consiglio di chi dirigeva la detta fabbrica. Mancava alla chiesa un statua di S. Benedetto, nostro Patriarca; se ne scrisse in Napoli allo scultore Arcangelo Testa, il quale aveva visto in Montecassino un ritratto del fu abbate Cavallo, che per tradizione si diceva essere il vero S. Benedetto, tanto era la sua somiglianza, e questo non solo fu assicurato dallo scultore, ma anche dall’abate Cavalcante che allora reggeva la badia di Montecassino. La detta statua ha costato ducati ottantaquattro e grana dodici. Si è fatta venire l'anno 1841. Poi si è pensato far venire la statua di S. Scolastica, gemella di S. Benedetto, e nostra madre, e se ne diede allo stesso scultore l'incarico, il quale la fece meno precisa, relativamente a quella di S. Benedetto. La spesa fu di ducati sessantadue e grana cinquanta. Per queste due statue l'incaricato è stato D. Francesco de Lucretiis, e la detta statua di S. Scolastica è venuta nel 1842. Nel 1843 si è fatta venire anche la statua del martire San Lorenzo, il costo è stato di ducati sessantadue per la statua, ducati settantacinque per la tonacella ricamata in oro, ducati trenta per la graticola di argento. Questa statua si è fatta col denaro delle monache particolari, che l’hanno fatta venire per loro devozione. La statua di S. Benedetto si è pagata col denaro rimasto dalla felice memoria di Donna Maria Benedetta de Petris. La statua di S. Scolastica fu pagata col denaro della comunità. Vi sono anche altre due statue, una di S. Anna ed un'altra di N. S. Risorto. Quella di S. Anna fu fatta a spese della comunità, a causa di un terribile tremuoto accaduto nello scorso secolo, che rovinò tutte le Calabrie, e fece moltissimi danni anche nelle Puglie, e perché il monastero non soffrì verun danno, le monache per loro devozione e gratitudine fecero venire la detta statua. Se ne faceva un triduo che precedeva la sua festa, la quale era solennizzata con messa parata, panegirico, e molte messe piane. La spesa per tale festività era pagata dalla signora monaca Donna Chiarina Giannone, divotissima della santa; le messe piane si celebravano a divozione delle altre religiose. Gesù Risorto fu fatto a spese della signora Donna Teresina Scoppa-de Ambrosio, dallo scultore Stanislao Antinone, e fu pagata ducati settantasette. Il Governo attuale soppresse definitivamente il monastero con la legge generale del 1861. Poi prese possesso della nostra roba assegnandoci una pensione, dalla quale dobbiamo ritrarne anche la manutenzione della chiesa. Nel gennaio del 1862 volevano espellerci, per mettere le truppe che venivano a combattere il brigantaggio, che era un vero flagello. Per non uscire ricevemmo le suore dell'Addolorata, che dimoravano in un conventino vicino alla chiesa del Rosario. Esse sono monache con voti semplici. In quel conventino si mandarono le orfane, che stavano nell'antico soppresso convento de’ PP. Conventuali di S. Francesco, luogo spaziosissimo ed adatto per militari. Dopo quasi tre anni le suddette monache, perché riebbero il loro monastero, se ne andarono, stante che, essendo distrutto il brigantaggio, i soldati se ne andarono, e le orfane ritornarono all'antico loro domicilio. Poi per l’espulsione delle Chiariste di Foggia fummo pregate da una parte di costoro, a riceverle nel nostro monastero, e così ne ricevemmo parecchie, che tuttavia dimorano con noi. Per la soppressione del monastero ci fu inibito nel decesso delle religiose il tumularsi nella sepoltura interna, situata nello oratorio attiguo alla chiesa, perciò le monache vanno a seppellirsi al Camposanto. La prima che uscì fuori fu la monaca Donna Giuseppina de Luca da Serracapriola, e fu sepolta nel sacello de’ capitolari della Cattedrale i quali hanno una Cappella particolare e non solo fu sepolta nel detto luogo la de Luca, ma anche altre religiose. La comunità riconoscente per tale favore, fa suonare la campana grande nella morte di qualche capitolare. Fin qui le notizie più rilevanti del monastero.
IL MONASTERO DI SAN LORENZO Manoscritto della suora benedettina Donna Filomena de Ambrosio
I CONVENTI